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13 Febbraio 2018 alle 7:34 PM #1070saraPartecipante
Buongiorno, sono la cugina di un giovane uomo schizofrenico che abita nella mia città. Da quando è mancata sua madre se ne occupa i mio padre con spesa, pulizie e somministrazione farmaci attraverso delle persone che paga. Mio cugino vive solo ma non riesce a occuparsi di sè, ha avuto 2 tso perchè non assumeva la terapia, spende tutta la pensione al bar, ha un amministratore di sostegno che è un’ altra zia che vive in una città vicina e lo vede circa una volta al mese, quando finisce i soldi li chiede a mio padre che spesso glieli dà e facendoseli prestare in giro. Non è mai stato violento.
Le mie domande sono: quando mio padre non ci sarà più chi se ne dovrà occupare fisicamente? io so già che non sarò in grado di farlo e quindi sarà abbandonato?
Come sarebbe possibile farlo ricoverare in una comunità protetta?
grazie per l’attenzione20 Febbraio 2018 alle 2:12 AM #1080Silvia De SanctisModeratoreGentile Sara,
evidenzio subito che i soggetti obbligati per legge alla corresponsione degli alimenti (art.433 c.c) sono, nell’ordine: il coniuge, i figli, i genitori, i generi e le nuore, il suocero e la suocera, i fratelli e le sorelle.
in alcun modo, quindi, viene previsto il dovere dei “cugini”.
Ciò premesso, non ho ben capito se suo cugino sia seguito da una struttura territorialmente competente (CPS); in caso affermativo, cosa sta facendo lo psichiatra?Segue il malato? anche a domicilio?
Per chiarire poi altri aspetti:
– per eventuale struttura di ricovero: potete esporre denuncia ai Carabinieri ed anche alla Procura della Repubblica spiegando e documentando tutta la situazione; il tutto verrà esaminato dal Giudice che, se riterrà il malato PERICOLOSO per sé e/o per gli altri potrà disporre che venga mandato in una struttura (OPG);
– la legge 222 del 1984 ha istituito il diritto alla pensione di invalidità. Questa forma assistenziale viene concessa a invalidi, ciechi e sordomuti, lavoratori autonomi e dipendenti; per ottenerla, la capacità del soggetto deve essere ridotta a meno di un terzo in modo permanente. L’invalidità civile, fisica e MENTALE, viene riconosciuta parzialmente o totalmente ed è espressa in termini percentuali.
Tutti coloro che presentano difficoltà a deambulare o a svolgere atti della vita quotidiana hanno diritto,inoltre (in aggiunta, quindi, alla pensione di invalidità), a un’indennità di accompagnamento;
– l’indennità di accompagnamento è una prestazione eccezionale erogata dall’INPS a favore degli invalidi civili. La Corte di Cassazione (sent 5031/2016) ha chiarito che deve essere riconosciuta anche a chi, pur essendo capace di compiere gli atti della vita quotidiana, necessita comunque della presenza costante di un accompagnatore a causa di gravi disturbi nella sfera intellettiva o cognitiva tali da non renderlo in grado di svolgere tali atti nei tempi e modi opportuni per salvaguardare la propria salute e dignità. In altre parole, la Cassazione ha introdotto la possibilità di richiedere l’indennità di accompagnamento anche per gli invalidi psichici.
Sperando di aver risposto alle sue domande, le auguro di cuore buona fortuna…
Silvia3 Giugno 2018 alle 8:22 AM #1177saraPartecipanteAggiornamenti: dopo un altro ricovero ospedaliero hanno mandato mio cugino in un cra. Speriamo tutti che ci rimanga il più possibile…
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