Come ha vinto la psichiatria sociale
Mi sono chiesto spesso come ha fatto una teoria così aliena dalla realtà e così bislacca ad impossessarsi di tutta una branca della medicina. Abbiamo avuto e periodicamente abbiamo ed avremo dei movimenti medici eretici, ma nessuno è mai diventato una forza dominante. Anche la psicoanalisi, che pure ha avuto una enorme successo di pubblico, non aveva mai conquistato un posto di predominio nella cura delle malattie mentali, se non per periodi transitori. Viceversa le teorie basagliane hanno determinato la creazione di una legge ed hanno poi conquistato la prassi medica e addirittura il lessico in una intera branca della medicina ed in una intera nazione.
Pensate che Basaglia osava affermare che :
La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d’essere.
Chi conosceva direttamente la follia sapeva perfettamente che era umana nel senso che poteva essere presente negli uomini come c’è il cancro o il diabete. E che come il cancro ed il diabete andava curata ed era curata con la psichiatria. Le teorie di Basaglia sembravano, a chi se ne intendeva, solo dei deliri dannosi. Oggi, tra l’altro vediamo con la RM le alterazioni, in genere prenatali, della corteccia cerebrale, che la determinano.
Inoltre la chiusura degli Ospedali Psichiatrici e l’estirpazione della psichiatria scientifica sono avvenuti proprio in un momento – la diffusione degli psicofarmaci – in cui gli Ospedali psichiatrici stavano ottenendo dei successi curativi concreti ed il trattamento del malato era in linea con quello degli altri Ospedali o lo stava diventando.
Però in quel periodo si stava consumando l’innaturale connubio tra Democrazia Cristiana e Comunisti. L’assunto di Basaglia, che l’OP non fosse un luogo di cura , ma di alienazione e degrado, era stata fatta propria anche dai radicali che avevano organizzato un referendum abrogativo degli Ospedali psichiatrici. Per evitare il referendum, che al Potere da sempre fastidio, un deputato democristiano, un certo Orsini , aveva scritto in fretta e furia una nuova legge abrogativa degli Ospedali Psichiatrici, che era stata rapidamente approvata. Con tipica ipocrisia democristiana la legge non recepiva affatto le idee di Basaglia. Era una legge unicamente abrogativa. E’ una grossa balla che la 180 non sia stata applicata: è stata applicata da subito perfettamente. Quello c he non è stata applicata, se non parzialmente, è la psichiatria sociale. Quello che è emerso lentamente dalla legge è quanto abbiamo illustrato in altri articoli (“ La situazione della psichiatria in Italia” e altri) e che si può sintetizzare in una drastica diminuzione nella capacità curativa della psichiatria in Italia, nell’adozione della freaseologia e della prassi della psichiatria basagliana e nel rifiuto , viceversa, dello sforzo di riabilitazione sociale e lavorativa che costituiva l’unico aspetto positivo della psichiatria sociale . Per non parlare del massiccio uso della psicoanalisi che, nelle psicosi, è solo di danno.
Alle ragioni politiche va poi aggiunto il sapiente e spregiudicato uso delle tecniche di marketing da parte dei basagliani. Lo slogan “ Chiudiamo i manicomi “ è geniale. E lo è anche l’utilizzo di quelle fotografie spaventose, che non si sa né quando né come fossero state scattate, ma che facevano molta presa sulle persone che non conoscevano il problema. L’intellighenzia, e quindi i mass media, erano ormai tutti comunisteggianti. Vi è stato un quasi totale ed acritico appoggio a Basaglia.
A ciò si è aggiunto che la forza che maggiormente aveva contrastato il Comunismo, i cattolici, avevano già ampiamente calato le braghe. La 180 fu appoggiata dal Prof. Cazzullo, cattolico, che è stato l’artefice della separazione della psichiatria dalla neurologia. Le teorie di Basaglia dicevano in sostanza che la psichiatria era una tecnica per fregare i malati, non per curarli: gli psichiatri avrebbero dovuto essere totalmente avversi a questi tesi, che affermava che loro erano dannosi ciarlatani. Viceversa vi è stata l’opposizione solo di alcuni eminenti psichiatri: il prof.Cassano, ad esempio, o Tobino o Trabucchi.
Nel complesso la resistenza alla 180 è stata fatta da singoli e, sopratutto, dalle associazioni a difesa dei malati che si erano formate subito dopo l’entrata in vigore della legge. La psichiatria ufficiale stava quatta quatta all’ombra del Potere. In questi anni ci sono state comunque una quarantina di proposte di modifica della legge in Parlamento. Praticamente una all’anno. Sono state fatte raccolte di firme. E’ stato fatto qualche corteo di protesta a Roma. Vi sono state moltissime trasmissioni televisive. Ma la realtà era che il Potere, i Mass-Media e tutta la parte politica dominante, appoggiavano acriticamente lo status quo. Poi su tutto il problema psichiatrico è calato lentamente il silenzio. Oggi, anche di fronte, a fatti di sangue, i giornali accennano in fretta e quasi di sfuggita che il colpevole è uno psicotico. Anzi non usano quella parola. Dicono che ha dei disturbi mentali, e non sempre. Credo che gli psichiatri abbiano trovato comodo adeguarsi all’andazzo. Tutto sommato il peso della cura ricade sopratutto sulla famiglia. Non vi è più la necessità di gestire per lunghi periodi uno schizofrenico violento e riottoso. Se la struttura voleva disinteressarsi, ci si appellava alla libertà di farsi curare o no e, un po’ più tardi, alla legge sulla privacy, che ha permesso di tacere ai familiari come si stava curando il malato. Le associazioni di familiari, che si sono formate successivamente erano create dagli psichiatri e si guardavano bene dall’andare in profondità al problema: chi ha il malato in casa è facilmente ricattabile dal sanitario che lo ha in cura. A fronte della frammentazione della Resistenza, vi era la determinazione e la forza del Potere. La psichiatria sociale aveva costantemente l’appoggio della Magistratura, del PCI e dei Governi che si sono succeduti. Inoltre il gruppo basagliano era maestro nell’usare i metodi tipici del comunismo: la diffamazione dell’avversario, il ricorso alle denunce, l’inserimento dei suoi adepti in tutti i gangli della psichiatria e della burocrazia romana. Vi sono stati casi di psichiatri contrari alle teorie basagliane che sono stati oggetti di TSO. Il capo della psichiatria al Ministero della Salute è Marco D’Alema. Vi dice niente il nome ? Intanto anche tutta la situazione sociale italiana andava deteriorandosi e, ovviamente, la sorte dei 500.000 psicotici italiani perdeva importanza. Adesso siamo in fondo al pozzo. Nella legislatura precedente, col Governo Berlusconi, vi è stata la proposta di legge di Ciccioli, un deputato di AN psichiatra. E’ stato completamente lasciato solo, anzi sostanzialmente boicottato, dai suoi alleati di FI. Nel 2019 una senatrice della Lega, Raffaella Marin, ha di nuovo tentato una modifica: il Governo giallo-verde è caduto mentre la proposta giaceva in commissione. Tra noi diciamo scherzosamente, ma non troppo, che chi tocca la legge 180, muore.