Mio fratello ha 55 anni ed è affetto da psicosi dissociativa in epilettico con ritiro autistico, con manifestazioni psicotiche già dall’inizio degli anni ’80. Non è minimamente in grado di intendere e volere, invalido civile al 100% per scompenso psicotico come da decreto del 1983 della Commissione Sanitaria Provinciale, in connotazione gravità con necessità di assistenza globale e continua secondo la L.104/92, non interdetto.
Attualmente è accudito da mia madre 80 enne la quale oggettivamente non può farsene carico per molto ancora. Ovviamente rifiuta la possibilità di inserimento in strutture dedicate essendo la madre il suo unico punto fermo. Vorrei intervenire per tempo, come consigliereste di affrontare questa situazione? Ringrazio in anticipo. Ovviamente si ritiene che lo scrivente – fratello non può annullare la propria vita cambiando città, lavoro e famiglia. O no? In caso contrario per quanto mi riguarda a leggi scellerate si risponde in pari tono con la disobbedienza qualsivoglia sia la conseguenza.
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Questo topic è stato modificato 3 anni, 10 mesi fa da roberto. Motivo: formattazione testo
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