Solo l’OPG cura
Nel 1996 mio figlio Alberto ha cominciato a mostrare i primi sintomi della malattia: crisi di ansia e disturbi della personalità. Come spesso accade, Alberto non era cosciente del suo stato di malattia e quindi non accettava né di essere visitato da uno psichiatra, né di assumere le cure che questi prescriveva. Mio figlio era anche difficile da controllore nelle sue crisi: lo stato di panico e di ansia da cui era colto, lo portava ad atti di violenza, sempre peraltro finalizzati a difendersi dalle violenze a cui gli sembra di essere sottoposto. Come conseguenze è stato da subito sottoposto a TSO, per giunta lunghi e dolorosi, con periodi anche settimanali di contenzione in cui rimaneva legato nel letto. Il ricovero in un ambiente così squallido come quello di un Ospedale non serviva ovviamente a curarlo, ma solo a calmarlo con massicce dosi di sedativi. Inoltre un ricovero così traumatico non faceva altro che aumentare il rancore di mio figlio nei nostri riguardi e nei riguardi dei medici e la paura di essere nuovamente ricoverato. Quando ce lo restituivano, tutto ricominciava come prima. La nostra casa è stata il nostro piccolo manicomio familiare, dove mio figlio vegetava senza essere curato ed aspettando la prossima esplosione di crisi violenta. Anche mia figlia, che viveva e vive con noi, ha avuto gravi problemi per la convivenza con il fratello malato. Moltissime volte abbiamo chiesto al medico del CPS di ricoverare mio figlio in qualche struttura adeguata alla sua malattia ed in cui potesse essere efficacemente curato. La risposta era sempre che le legge non prevede che il malato possa essere ricoverato in una struttura – a parte il reparto dell’Ospedale generale – senza il suo consenso. Come conseguenza mio figlio non è mai stato curato con un minimo di efficacia ed il suo stato è sempre peggiorato.
Nel gennaio del 2005 è stato fatto ancora un TSO, con l’aiuto delle forze dell’ordine. Mio figlio, nel suo stato di crisi psicotica, ha dato un pugno ad un carabiniere, mentre lo stavano immobilizzando per portarlo in Ospedale. Il carabiniere lo ha denunciato al Tribunale di Monza.
Nel processo che ne è seguito, mio figlio è stato condannato a passare un periodo in una comunità terapeutica di Como. Dopo 10 giorni di permanenza in questa struttura, Alberto è stato colto da una crisi ancora più forte, ha spintonato un educatore ed è stato ancora ricoverato in TSO nell’Ospedale di Vimercate.
A questo punto il giudice ne ha disposto il ricovero nell’OPG di Reggio Emilia. L’OPG di Reggio Emilia è semplicemente un carcere. Per fortuna dopo qualche mese siamo riusciti a farlo trasferire nell’OPG di Castiglion delle Siviere, dove finalmente abbiamo trovato la struttura di cui aveva bisogno Alberto fin dall’inizio della sua malattia. Una struttura in cui mio figlio è obbligato a restare, ma con una buona qualità di vita, con cure efficienti e costanti, con ampi spazi di verdi e di ricreazione. Mio figlio infatti sta migliorando. E’ finalmente cosciente di essere malato, accetta la sua malattia e vuole curarsi.
A questo punto devo dire che:
– un malato che rifiuta la cura deve essere curato e non in quello schifo del reparto dell’Ospedale generale che non serve a niente, ma in una struttura adatta ad un ragazzo giovane che ha bisogno di vivere, lavorare, divertirsi, nonostante e soprattutto per la sua malattia.
– un Trattamento Medico Obbligatorio dovrebbe essere fatto solo da infermieri specializzati, nel trattare malati di questo tipo e non dovrebbero entrarci per niente le forze dell’ordine
– Che, anche volendo usare poliziotti, vigili o carabinieri, questi dovrebbero essere ben consci che il malato non è in quei momenti in condizione di capire cosa sta facendo. Il denunciarlo per un pugno che ha dato è una cosa inumana ed ingiusta.
– Castiglione delle Stiviere è come dovrebbe essere una struttura curativa per questi malati. Peccato che si debba aspettare che commetta qualche reato per poter essere mandato lì
– Questa legge è uno schifo.