Terapia errata.
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13 Marzo 2014 alle 3:25 PM #591Rossi MarcoPartecipante
Salve. Scrivo per ottenere risposta a riguardo di un importate problema che si è verificato. Chiedo se possibile una comunicazione più privata per eMail in modo da poter esporre più tranquillamente il mio caso.
14 Marzo 2014 alle 5:22 PM #592Massimo Carlo MauriModeratoreForse il problema puo’ interessare tutti. Puo’ essere esposto in anonimato sia dello scrivente che delle persone/medici coinvolti. Del resto il sito e’ stato creato proprio per una condivisione delle problematiche. Le richieste ad uno specialista in particolare vanno eventualmente rivolte a lui direttamente.
Grazie20 Marzo 2014 alle 9:04 PM #606Rossi MarcoPartecipanteEffettivamente la cosa può interessare tutti. Cosa si fa quando un medico sbaglia diagnosi e per di più mente continuamente al paziente e ai famigliari?
Diagnosi di DOC specifico pure che ero bloccato in casa. Miglioramento miracoloso con antidepressivo SSRI a dosaggio medio. Mi è poi stato proposto (con molta tenacia) lo zyprexa a 10mg al giorno (assunto per 4 mesi). Il DOC che avevo ha avuto modesti benefici (diciamo pure che l’unico beneficio è stata la sedazione indotta dal farmaco). A convincermi ad assumere lo zyprexa sono stati l’ansia, l’angoscia e i frequenti attacchi di panico causati da alcuni pensieri intrusivi che non riusivo più a gestire.
Dopo aver cercato informazioni la prescrizione non tornava pienamente ne a me ne ai familiari. Per conoscere la verità abbiamo dovuto richiedere la mia cartella territoriale. Non è bastato chiedere “Di che disturbo soffro?”, “Di che disturbo soffre mio figlio?”, “A cosa servono i vari farmaci?”
Diagnosi fatta dal medico in questione “DOC e disturbo delirante”. Subito dopo la prescrizione avevamo chiesto se si poteva usare una benzodiazepina che ci sembrava un farmaco sicuro (usato da alcuni conoscenti) e che tra l’altro avevo provato senza parere medico con ottimi risultati. Mi venne detto che le benzodiazepine sono dannose per il cervello e per l’intelletto.
Se il problema erano ansia, angoscia e attacchi di panico bastava una benzodiazepina e per il DOC bisognava provare gli SSRI a dose piena. Non era necessario un farmaco da matti.
Il medico in questione ha mentito al sottoscritto e ai famigliari. Avevo accordato il pieno permesso a rispondere alle domande dei miei famigliari che più volte hanno chiesto chiarimenti anche in mia assenza.
Chi mi ripaga dei danni che a quanto pare i neurolettici (e non le benzodiazepine) provocano al cervello? Si parla anche di sensibilizzazione ai disturbi psicotici. E per fortuna che esistono i siti antipsichiatrici che divulgano gli studi eseguiti sugli psicofarmaci altrimenti avrei continuato a farmi imbottire di neurolettici. E per fortuna che sono intervenuti i famigliari per “incoraggiare” lo scalaggio del farmaco. E per fortuna ho rifiutato di cominciare con 20mg di olanzapina al giorno. Purtroppo come confermato da vari medici che ho consultato questi studi non fanno altro che mettere in risalto le modificazioni (comprendenti anche morte di cellule nervose e altre) indotte dal farmaco tramite l’interazione con i recettori dei vari neurotrasmettitori. Le uniche risposte che ho ricevuto sono: “Confidi nelle capacità neurorigenerative.” oppure “Quattro mesi non dovrebbero aver causato un danno eccessivo.”
Le mie paure da contaminazione conosciute benissimo da famigliari e parenti sono state interpretate come deliri persecutori e altro ancora. Non mi si dica che magari mi sono espresso male. Il medico deve accertarsi bene prima di prescrivere sostanze del genere.21 Marzo 2014 alle 5:18 PM #607Massimo Carlo MauriModeratoreDa un canto e’ vero che il termine neurolettico e’ un termine che nacque negli anni ’50 per dentificare gli effetti negativi, collaterali di tali farmaci, per altro nel topo (non certo comunque degenerativi, mai affermato da nessun tipo di studio scientifico). E’ per questo che il termine e’ stato abbandonato e si parla di antipsicotici per non indurre false interpretazioni. A maggior ragione per quelli di II generazione come l’olanzapina che per altro e’ stato il primo farmaco antipsicotico a dimostrare un effetto addirittura protettivo sul neurone agendo sul BDNF e favorendo addirittura una neurogenerazione (vedi i principali trattati di psichiatria, il “Kaplan”, il “Tasman”, per citare i piu’ famosi, che riportano delle tabelle molto chiare con i diversi studi sull’argomento). Certo su internet e sui siti dell’antipsichiatria si trova di tutto, da come difendersi dal TSO alla descrizione precisa del kit per il suicida perfetto !!…per carita’ ognuno scrive quello che vuole !!
Quindi sia tranquillo il signore che ha utilizzato l’olanzapina (tra l’altro, sembrera’ strano, ma l’ho provata anch’io come in genere ho provato diversi psicofarmaci almeno una volta, appena usciti in commercio, per capire l’effetto che fanno).
Un altro punto e’ l’utilizzo dello psicofarmaco in una patologia psichica piuttosto che in un’altra. Ma di questo e’ molto difficile discutere: e’ un problema del curante e delle sue competenze.22 Marzo 2014 alle 12:32 PM #608Rossi MarcoPartecipanteGrazie per la rapida risposta. Rimane un problema di fondo molto importante. Mentire a paziente e familiari su una diagnosi grave (quale appunto è il disturbo delirante) per di più non azzeccata come confermano ulteriori accertamenti in cui ho rispiegato la stessa cosa. Mi venne anche risposto “Ma sicuramente ti devi essere espresso male per aver portato lo psichiatra a formulare questa diagnosi.”
I famigliari pure sono rimasti sorpresi e infastiditi nel leggere la mia documentazione sanitaria.Riguardo ai danni abbiamo gia parlato con due medici. Ci sono anche studi di questo genere:
-The influence of chronic exposure to antipsychotic medications on brain size before and after tissue fixation: a comparison of haloperidol and olanzapine in macaque monkeys.
-Effect of chronic exposure to antipsychotic medication on cell numbers in the parietal cortex of macaque monkeys.
-Effect of chronic antipsychotic exposure on astrocyte and oligodendrocyte numbers in macaque monkeys.
Più tanti altri studi che non starò qui a riportare.La prescrizione immediata dell’antipsicotico olanzapina a 10mg al giorno non può che essere correlata alla diagnosi di disturbo delirante (dal momento che questa è stata formulata). Come potenziamento nel DOC si rimane a dosaggi più bassi.
Ciò che mi serve è il parere medico legale di uno psichiatra. Quanto un medico può permettersi di sbagliare diagnosi? Quanto può permettersi di mentire al paziente sulle terapie? Quali possono essere i risvolti legali?22 Marzo 2014 alle 12:54 PM #609Massimo Carlo MauriModeratoreSalve ! …quanto ai lavori che lei mi cita “il titolo”, difficile risalire alla rivista, comunque sono studi sull’animale…e mi sa, se li ha letti bene, che dicono proprio quello che dico io …o meglio, appunto, gli studi piu’ recenti, per altro anche sull’animale !
Per il secondo aspetto, per carita’ forse trova anche un perito che sostenga le influenze negative di una diagnosi errata… e di una terapia errata …. ma in psichiatria !!?. Il DSM V uscito il maggio 2013 in certi casi ha modificato sostanzialmente le diagnosi utilizzate fino a qualche mese fa con il DSM IV !! Legga poi le indicazioni dei nuovi antipsicotici, se non i lavori scientifici sui nuovi antipsicotici: se riesce a trovarmi una patologia in cui non hanno trovato una loro utilita’ me lo faccia sapere perche’ sono curioso !!.. in quanto ai dosaggi poi… ci sarebbe da ridere !!
Con questo non voglio dire ci siano dei punti fermi anche in psichiatria, ma rimangono purtroppo ancora molto pochi e forse anche quelli opinabili !24 Marzo 2014 alle 10:56 PM #610Rossi MarcoPartecipanteGrazie ancora per la rapida risposta. Se ho ben capito anche dopo aver chiarito l’errore diagnostico non sarebbe possibile dimostrare alcun danno.
Specifico comunque alcune cose.
Lei mi dice “in quanto ai dosaggi poi … ci sarebbe da ridere”.
Fù proprio guardando alcuni consulti su internet che mi sono insospettito sulla terapia. La classica risposta dello specialista era “E’ strano che per un DOC l’antidepressivo venga usato a dosi medie e lo zyprexa venga introdotto a 10 mg al giorno. Ci deve essere qualche altro motivo per la prescrizione”.
Fù proprio uno specialista a dirmi come generalmente i nuovi antipsicotici vengano usati nei DOC ma a dosaggi più bassi rispetto alle psicosi altrimenti possono addirittura portare ad una esacerbazione del DOC contrastando il potenziamento della trasmissione serotoninergica ottenuta con gli SSRI. Nel caso dello zyprexa mi spiegò come normalmente si rimane sui 5mg. Riguardo ai punti fissi si può dire una cosa precisa un ossessione è un ossessione mentre un delirio è un delirio. Sbagliare è umano (forse anche io ho un po’ di colpa, mi sarò spiegato male) però almeno il comunicare a me o ai famigliari la diagnosi (tra l’altro richiesta) avrebbe portato ad un immediato chiarimento, avrei avuto l’opportunità di spiegare bene il tutto e probabilmente la terapia sarebbe stata diversa. Così invece mi sento anche preso in giro. Ribadisco: Fortuna che non ho accettato i 20 mg al di.
Sono abbastanza deluso per la mia prima (e spero anche ultima) terapia psicofarmacologica. La ringrazio comunque per il parere esposto e per la pazienza. Cordiali saluti. -
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