A Napoli non è vita
Ho più di 60 anni, sento che ormai non ce la faccio più. Ho anche perso 5 mesi fa mio marito, che era l’unica persona che mi aiutava. Quale è la mia situazione ? E’ presto detto. Ho un figlio di 38 anni, schizofrenico, tossicodipendente e paraplegico. E’ a letto da tre anni perchè nell’ultimo tentativo di suicidio, effettuato buttandosi nella tromba delle scale, si è procurato una grave lesione alla spina dorsale, oltre ad aver subito l’amputazione di 30 cm di gamba. Comincia ad avere piaghe da decubito. Ma non solo . Undici anni fa mio figlio ha avuto un bambino da una ragazza tossicodipendente, di cui non so più niente da anni. Il bambino è stato, dal tribunale, affidato a me.Io vivo con il bambino a Napoli. Mio figlio l’ho messo in una casa in Irpinia assistito da una badante. Ogni settimana per due o tre giorni vado a visitarlo.L’avvicinarsi a lui non è una cosa facile. A volte è affettuoso e mi abbraccia e mi bacia. A volte finge affetto e quando sono vicino a lui, mi afferra e mi picchia con tutto quello che trova. La struttura psichiatrica non viene mai a trovarlo. Sono costretta io a dosare le medicine che mi hanno tempo fa prescritto.
Vi risparmio il Calvario mio, di mio figlio e di mio marito prima di arrivare a questa situazione. Anni ed anni senza alcuna forma di assistenza continuata. Qualche ricovero in TSO e poi di nuovo fuori, ad aspettare la prossima esplosione di violenza. Il lento delinare della facoltà mentali di mio figlio, l’assoluto disinteresse della struttura preposta, le mie inutili preghiere a tutti i responsabili. Adesso non so più cosa fare. Sono stanca e sola. Non ce la faccio più. Ho bisogno che questo Stato faccia finalmente quello che doveva fare anni fa: che curi mio figlio gravemente malato.