Avere una madre malata
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6 Aprile 2014 alle 5:23 PM #612ValentinaPartecipante
Buonngiorno a tutti,
ho 27 anni e mia madre soffre di schizofrenia paranoidea affettiva.
Abbiamo passato un anno terribile fatto di 3 ricoveri diversi ma finalmente a gennaio di quest’anno la situazione era tornata “normale”.
Avevo di nuovo una madre. Invece è ricominciato l’incubo.
Nonostante la dottoressa le abbia aumentato la terapia ad iniezione da 1000 a 1500 (Invega) ) e prenda tutte le sere con lo yogurt il depakin 1000 le cose non migliorano.
E’ sempre presa dai suoi deliri mistici, passa intere giornate in chiesa, crede che io e mio padre le facciamo sparire le cose (e poi è lei stessa a nasconderle), spende un sacco di soldi..come possiamo comportarci noi? al cps dicono di avere pazienza che la terapia faccia il suo corso.
ma è possibile che dopo più di due settimane da quando è stata fatta l’iniezione la situazione non migliori?
Ho paura di impazzire anche io. Vengo presa da attimi di violenza in cui vorrei gridarle addosso tutto il mio odio e poi vengo presa dai senza di colpa.
non è vita.
io e mio padre non viviamo più.aiutateci vi prego.
8 Aprile 2014 alle 3:43 PM #615Massimo Carlo MauriModeratorePurtroppo non si puo’ che ripetere quello che vi hanno detto i medici del CPS, avere pazienza.
Bisogna comunque considerare che i farmaci depot ( in qs caso Xeplion, 100/ 150 mg/4 sett) hanno per definizione una lunga emivita (tempo di dimezzamento dei livelli nel sangue) per cui i livelli di farmaco efficace si raggiungono almeno dopo un mese e piu’.
Per altro, ma mi rendo conto che sono parole facili da dire, si deve trovare il modo di discaccarsi emotivamente dalla persona malata, altrimenti ci si lascia trascinare in fondo, e non si e’ piu’ utili a nessuno.8 Aprile 2014 alle 4:50 PM #616ldalbuonoAmministratore del forumValentina,
lei ha 27 anni. Cerchi di staccarsi dalla sua famiglia di origine. Io ho vissuto, tanti anni fa, l’ammalarsi di schizofrenia di mio fratello minore. Allora però c’erano gli Ospedali psichiatrici e quindi lui veniva curato (e bene) e noi avevamo qualche mese di respiro. Rimaneva in Ospedale 1 mese o poco più e stava accettabilmente bene per altri 3-4 mesi. Poi non si curava e tornavano i deliri. Nonostante queste pause è stato per me e per l’altro mio fratello una cosa molto pesante.
E’ una atroce crudeltà far rimanere un malato di quel tipo in famiglia. Distrugge anche tutti gli altri membri familiari.
A suo padre consiglierei di trovarsi un altro appartamento, una soluzione che gli permetta dei momenti di relax. A Lei consiglio di andare via di casa. Si faccia la sua vita. Lei è responsabile per prima cosa verso se stessa. Ha il diritto ed il dovere di avere una vita decente.9 Aprile 2014 alle 9:51 AM #618Massimo Carlo MauriModeratoreMi spiace per certi versi, ma devo ammettere anche come psichiatra che concordo pienamente con i suggerimenti di Lucio Dal Buono ! E’ vero che sono passati piu’ di venti anni e molti passi, dal punto di vista farmacologico, sono stati fatti, ma l’illustre psichiatra, Prof. Cazzullo, l’ allora direttore della ns Clinica Psichiatrica del Policlinico di Milano, quando ero specializzando in psichiatria, ripeteva spesso, forse un po’ cinicamente se vogliamo, che l’unico parente sano in una famiglia con un pz schizofrenico era quello che era in grado di allontanarsene.
21 Aprile 2014 alle 3:00 PM #619ValentinaPartecipanteVi ringrazio per le risposte.
Io lavoro part time e 600 euro al mese non bastano per andarsene. Sto comunque continunando a cercare affitti e un secondo lavoro nella speranza che salti fuori qualcosa.
Intanto ancora grazie.22 Aprile 2014 alle 5:47 AM #623ValentinaPartecipanteLa dottoressa le ha aumentato la terapia. Aumentandi con tavor 3 mg da prendere mattina e sera.
La vediamo più “calma” e dorme di più ma sembra si sia stabilizzata su questa “anormalità”.
Tra dicembre e febbraio dopo 2 ricoveri in reparto di psichiatria era tornata in sè. Poi la dottoressa aveva abbassato i dosaggi ed era ripiombato l’incubo.
Spero dunque le terapia facciano il loro effetto prima o poi.25 Aprile 2014 alle 8:44 AM #624ldalbuonoAmministratore del forumCercate di avere dei momenti di “vacanza” in cui potete fare una vita normale.
Per esempio chiedete al CPS di ricoverare la mamma in una comunità per qualche settimana. O trovate una badante e Voi andate via una settimana.
O fate dei turni di vacanza.E’ sempre importante mantenere una certa riserva di energia per i momenti difficili.
17 Maggio 2014 alle 6:23 PM #649ValentinaPartecipanteOggi mia madre mi ha minacciata e offeso.
Ma chiaramente per la dottoressa non é da ricovero ma bisogna portare pazienza e la comunità non é un obbligo se lei non vuole.Forse noi familiari riusciamo a farci sentire solo quando succede il dramma.
Quando mi ucciderà magari la dottoressa si prenderà le proprie responsabilità e l’allontanerà. Ma fino ad allora siamo noi sani che dobbiamo avere pazienza perché poverini non é colpa loro.28 Settembre 2014 alle 11:11 AM #718SamPartecipanteValentina, la capisco. Mia moglie ha lo stesso problema con la propria madre, fin dall’adolescenza. Sono quindici anni che assistiamo/aiutiamo/sopportiamo mia suocera, però rigorosamente a distanza, senza viverci insieme. Attualmente in questi giorni è in TSO di nuovo. Si fidi, dopo quindici anni di esperienza le consiglio la stessa cosa che le hanno già detto altri: si allontani fisicamente. Potrà sempre aiutare, assistere e supportare sua madre ma la vita insieme a un malato psichiatrico non è vita, è una prigione, è un incubo. Se il malato non ammette la malattia e non vuole farsi curare, NON PUO’ trasformare in un inferno la vita dei propri cari. Non è giusto. Si allontani e trovi il modo di aiutare la mamma ma conservando il suo sacrosanto spazio vitale. Pensi che se si ammala lei o se le viene un esaurimento, non potrà più aiutarla. Il suo allontamento sarà di aiuto ANCHE per il malato. Un grande in bocca al lupo.
21 Aprile 2019 alle 2:40 PM #1260giacomoPartecipantemi permetto di non essere d’accordo con i due esperti. Non si scappa dai problemi. Nella vita non si può sempre scappare. Io sopporto i miei genitori da 45 anni. Sua madre sarà malata, ma ignorante come i miei è impossibile. Ho conosciuto diversi down e ritardati in vita mia, le cui performance intellettuali erano migliori di quelle dei miei genitori. Non sono malvagi, ma non hanno alcuna capacità critica o di giudizio. Non si perdono in un bicchier d’acqua, ma casomai in una goccia d’acqua. Il primo pugno in faccia a mia mamma gliel’ho tirato a 12 anni. Per non parlare di mio fratello… coi bulli ho avuto rapporti migliori. Mio papà ad un certo punto ha ritenuto opportuno nascondere i coltelli da cucina. Le persone possono anche essere accettate così come sono, con le loro complessità. A lei piacerebbe essere abbandonata, a lottare contro la malattia? Quanti genitori ci sono coi figli autistici, che ne fanno di tutti i colori, ma continuano a farsene carico? In ogni rapporto umano, anche se con grande fatica, si può arrivare ad una reciproca compensazione, dialogando, urlando, battagliando. Mi dispiace poi, in generale, per i pazienti, che sono nelle mani di medici e di un SSN che provano solo una molecolina e se funziona bene, se no… ciao. Ci sono invece dozzine di farmaci che funzionano su quei sintomi. In farmacia, nelle farmacie di altri paesi del mondo (si possono importare), con lo strumento dell’Off-Label e addirittura (mi spiace dirlo) in tabella stupefacenti, che ho provato personalmente e che funzionano o sono molto promettenti, senza danni o dipendenza ed è un gran peccato che nessuno lo sappia. Non stanno forse usando Ketamina, MDMA, cannabis, CBD, scopolamina, metaqualone, psilocibina, in ambito psichiatrico, con eccellenti risultati e ci sono anche fior fior di ricerche che lo confermano, da parte di prestigiose università??
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