Consiglio su malato autonomo dal punto di vista economico e lavorativo
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6 Maggio 2018 alle 6:10 PM #1149MarcoPartecipante
Egregio Dottore,
parlo della situazione di un familiare quasi cinquantenne, autonomo dal punto di vista lavorativo e di conseguenza anche economicamente, ma che ha sempre vissuto in famiglia, che soffre di disturbi psichiatrici da oltre due decenni e che è ricorso volontariamente alle cure dal centro di igiene mentale.
Da tempo però rifiuta gli psicofarmaci, non si reca più al Csm per le visite e nell’ultimo anno si sono verificati, aggiungendosi a quelli avvenuti in passato, diversi episodi di violenza ed aggressioni ad ambo i genitori e fratelli, che hanno creato forte preoccupazione e ansia in famiglia.
Il soggetto non è mai stato sottoposto a Tso perché i familiari hanno voluto evitarglielo. In particolare il Tso viene percepito come uno strumento troppo traumatico per il paziente, dai risultati incerti e magari controproducenti. Si preferirebbe quindi indurlo a ragionare prima di percorrere vie più drastiche.
Se possibile, gradirei sapere:
– quali strumenti medico legali sono a disposizione dei familiari e del Csm per obbligare il paziente a riprendere le cure senza ricorrere ad un Tso.
– se è possibile per i familiari agire come referenti per il Csm, in particolare segnalare se l’assunzione dei farmaci viene rispettata oppure la cura viene sospesa dal paziente.
– che responsabilità hanno i familiari conviventi non segnalando la casistica descritta al medico curante.
– in qualità di familiari del paziente, è possibile accedere ai dati del protocollo medico che sta seguendo il paziente presso il cms, conoscerne i risultati, progressi e rispetto della cura da parte del soggetto da curare?
Sperando possa fornire un Suo parere, colgo l’occasione per ringraziarla in anticipo.
6 Maggio 2018 alle 7:17 PM #1150Massimo Carlo MauriModeratoreBe’, l’unica possibilita’ rimane solo il TSO.
Certo i parenti possono farsi da tramite riferendo le condizioni del pz poi pero’ il medico deve venire a vedere il pz per poter proporre, eventualmente, il TSO.
E’ una responsabilita’ morale, non legale …. considerando pero’ anche l’opportunità’ che il pz diventi pericoloso per la loro sopravvivenza, direi che diventa una necessita’.
In teoria no. I dati medici che riguardano il pz li può’ conoscere solo il pz a meno che un parente sia un amministratore di sostegno del pz o intervenga nella faccenda, per un “qualsiasi motivo”, l’autorità’ giudiziaria.
Esiste pero’ anche un atteggiamento direi comprensivo e ragionevole del medico che discute, se non di tutti, di molti fatti che riguardano il pz visto che convive con i genitori/parenti. Ed e’ anche importante che senta i fatti raccontati dai parenti oltre che dal pz: si tratta sempre di un pz malato di mente.7 Maggio 2018 alle 12:17 PM #1151MarcoPartecipanteGentile Dottor Mauri, la ringrazio per il suo intervento.
Insieme ai miei familiari abbiamo approntato una sorta di “esposto” o resoconto scritto da inviare al CSM, per descrivere al meglio i problemi e gli episodi che hanno riguardato il nostro familiare, nella speranza che questo possa aiutare i medici a curare il malato al meglio.
L’idea d’inviare un resoconto formale è nata dopo aver scaricato da questo sito il “Survival Pack” ed aver visionato il file intitolato “RACCOMANDATA-RICHIESTA-PROGETTO TERAPEUTICO”.
Ci stavamo però interrogando sui possibili sviluppi che potrebbe avere l’invio di una raccomandata come questa:
Il paziente potrebbe essere sottoposto subito, “d’ufficio”, ad un Tso ?
Nell’esposto si descrivono atti di violenza fisica e psicologica del paziente contro i familiari (che comunque non ha causato vere e proprie lesioni), ed il timore è che per via dell’esposto di cui sopra il CSM abbia l’obbligo di notificare i fatti di cui viene a conoscenza a forze di polizia, magistratura, altra istituzione o magari al paziente stesso. E’ possibile questa evenienza?
Qualsiasi consiglio a riguardo è benvenuto.
7 Maggio 2018 alle 12:26 PM #1152Massimo Carlo MauriModeratorePenso abbiate fatto bene a scrivere. In questo modo il medico del CSM e’ costretto a vedere il pz e poi decidera’ il da farsi. Non e’ certo automatico il TSO: lo valutera’ il medico se necessario.
Altri obblighi di “notifica” il CSM non li ha, e’ un problema medico e li risolvera’ il medico !
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