Cosa fare per familiare malato
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27 Giugno 2015 alle 12:14 PM #746AnonimoInattivo
Buongiorno. Mi ritrovo in una brutta situazione familiare. Vivo in un paesino molto arretrato della Sicilia. Sono il figlio in una famiglia di 4 persone che convivono in un appartamento piccolo, di 100 metri quadri. Da molti anni mia madre, 65 anni, dà segni di patologia mentale: obesa, ipertesa, è aggressiva, perennemente litigiosa, inizia a insultare e rinfacciare da appena sveglia alle 7 del mattino fino a sera, talvolta violenta (tira addosso telecomandi, tazzine, quel che ha fra le mani, più talvolta tentativi di dare schiaffi e morsi), un odio viscerale verso mio padre e sfoghi di rabbia e veleno verso i figli quando non la “assecondano” in quest’odio, vengono bollati come “nemici” e “venduti” e aggrediti verbalmente in modo sistematico. Parla sempre come se ci fosse una platea di vicini ad ascoltarla, con una fissazione totale per “la robba” e “i soldi”, sentendosi sempre vittima di ruberia da parte del marito e dei parenti del marito. Non c’è modo di farla ragionare, ignora quello che le viene detto continuando a insultare come un disco rotto. Proprio in questi giorni l’ennesima lite violenta dopo aver io sopportato un paio di giorni di insulti, con lei che mi ha rinfacciato qualunque cosa le venisse in mente, dall’essere nato col cesareo al prepararmi un piatto a pranzo da mangiare. Casalinga, non lavora, impiega qualche ora nelle piccole faccende di casa ma passa il resto del tempo fra divano mangiare e tv. Oltre ai farmaci ipertensivi (ne avrà provati di tutti i tipi perchè ha forti sbalzi improvvisi, ha fatto diverse visite per la pressione ma nessun dottore ha mai osato far nulla per il problema mentale minimizzando sempre il problema a “piccola depressione”), mia madre assume in modo quotidiano lexotan, che la induce a dormire un paio d’ore, quando si sveglia torna ad essere aggressiva. Non c’è stato verso di farle smettere di prendere il lexotan, si rifiuta nettamente e ha cambiato 3 dottori di famiglia pur di farsela prescrivere. Mio padre è un signore anziano, convive, reagisce agli insulti e alle aggressioni, mantiene la famiglia con quel poco di pensione ma più di rispondere agli insulti e di urlare che prima o poi se ne andrà di casa per tornarsene dai parenti al paese non fa. Mio fratello, 40 anni, si rifiuta di affrontare il problema, ammette che mia madre è malata ma si rifiuta di fare qualcosa affinchè le prestino cure in quanto “è vergogna” e “poi chi me le fa le faccende di casa”, ogni tanto dà anche lui segnali di instabilità con sfoghi di rabbia improvvisi e esagerati. Io ho 30 anni, purtroppo non lavoro e purtroppo non ho disponibilità economiche per scappare di casa, sono intrappolato in una vita d’inferno.
Raccontata la mia storia, vi chiedo: cosa devo fare. Da un rappresentante delle forze dell’ordine mi è stato detto che, fino a eventuali omicidi o atti di violenza accertati, loro non possono fare nulla, e in tutti i casi dopo lo “sputtanamento” dell’eventuale denuncia la rimetterebbero subito ai domiciliari di nuovo dentro casa quindi ancora più feroce di prima. All’ospedale della città mi è stato detto che, senza la collaborazione del malato (che non c’è e non ci sarà mai), non è possibile fare alcunchè, di convincerla a fare una visita psichiatrica a pagamento ma che lei non vuole fare, accetta solo di farsi le visite ipertensive adducendo come motivo “sto morendo sto morendo” (mai trovato nulla di seriamente patologico nelle analisi).
A questo punto vi chiedo, non c’è proprio nulla che io possa fare a parte il resistere senza fare follie e il cercare di scappare da questo inferno?
29 Giugno 2015 alle 10:15 AM #747Massimo Carlo MauriModeratoreSalve !…Be’ mi sembra non ci siano alternative, mi stupisco non le abbiano spiegato….. E’ necessario un TSO, ossia un trattamento sanitario obbligatorio. E’ “sanitario”, non vuol dire ne’ essere violenti, ne’ essere pericolosi !.. significa solo avere la necessita’ di essere curati e non rendersi conto di cio’, e rifiutare ogni supporto e cura !! Ora non so sinceramente come funzioni in Sicilia ! O si reca dal medico di base per la proposta, o da un medico che la conosce, o al Centro Psico Sociale che in Sicilia mi sembra si chiami o CIM (Centro Igiene Mentale) o SIME.
In questo caso mi sembra proprio necessario ! -
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