Gentile Ingros,
io comincerei, in previsione di quando verrà meno la sua mamma, con la richiesta di nomina di un amministratore di sostegno se non addirittura, visto che descrive suo fratello come incapace di intendere e volere, di un tutore.
In breve, entrambe le figure hanno un fine unico e, cioè, quello di tutelare gli interessi dell’individuo. Esse si differenziano per il grado di tutela:
– l’interdizione riguarda tutte quelle persone la cui menomazione fisica o psichica e’ tale da comportare un’incapacità di comprendere e di volere, nonché di compiere in autonomia gli atti anche semplici della vita quotidiana. In questo caso il tutore subentrerà in tutto e per tutto nei diritti e doveri di cui l’interdetto e’ destinatario, curando la persona e gestendo il patrimonio
– l’amministratore di sostegno e’ la figura più recente creata dal legislatore e si differenzia in quanto l’amministratore non può sostituirsi all’amministrato nelle decisioni di natura personale . Dal riconoscimento dell’amministratore di sostegno ne’ deriverà automaticamente un limite alla capacità di agire, ma il giudice dovrà valutare nel dettaglio quali atti ha il potere di compiere in none e per conto del beneficiario.
Dopo quanto sopra, direi di rivolgersi al CPS territorialmente competente (quello di residenza di suo fratello) e concordare con gli psichiatri le modalità di azione, dove e come avvicinare suo fratello. Ricordo che nel caso in cui i medici del CPS non dovessero interessarsi al vostro caso non dovete esitare a mandare raccomandate ed esposti per obbligarli a farlo.
Da ultimo, il giudice può disporre che un paziente psichico grave venga mandato in una struttura abilitata; per ottenere questo dovete fare denuncia ai carabinieri ed alla Procura della Repubblica (meglio se aiutati da un avvocato), spiegando e documentando tutta la situazione.
Auguri per tutto….
silvia