L’amministratore di sostegno puo’ diventare un carceriere?
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Anonimo.
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8 Febbraio 2011 alle 3:20 PM #229
Layla
PartecipanteBuongiorno avvocato,
sono la mamma di un ragazzo ricoverato da un anno in un centro di salute mentale e sottoposto a privazione dei diritti umani e civili piu’ elementari, a cure sconsiderate data la sua intolleranza ai neurolettici, privato di qualsiasi autonomia nella gestione della sua vita, gestito praticamente come un interdetto dal suo amministratore di sostegno e dal primario psichiatra di quella struttura. Chiarisco che mio figlio non ha alcuna interdizione, non vi e’ una perizia psichiatrica che documenti una sua patologia e non e’ in trattamento sanitario obbligatorio. E’ invece in possesso di numerose certificazioni e perizie psichiatriche (anche in base alle cartelle cliniche) sulle sue intolleranze ai neurolettici, con i quali, viceversa, viene “curato”, ma sarebbe meglio dire seviziato, dati i gravissimi effetti collaterali cui e’ soggetto, nella piu’ totale cecita’ dei medici della struttura che ignorano e ironizzano sulla sopracitata documentazione. Nonostante le numerose segnalazioni al primario di quel CSM e all’amministratore di sostegno inoltrate dagli psichiatri di fiducia di mio figlio e da mio figlio stesso, e nonostante il grave stato di sofferenza psicofisica del ragazzo, gli stessi perseverano in un accanimento terapeutico fine a se stesso, sordi a ogni possibile contributo medico o tecnico, garantiti dall’amministratore di sostegno.
Mi chiedo come, un istituto come quello dell’A.D.S., che dovrebbe preoccuparsi di fornire al beneficiario le migliori condizioni di cura e ascolto delle sue esigenze cliniche ed esistenziali, possa invece, di fatto, trasformarsi in carceriere e in garante, non gia’ del suo assistito, ma dell’operato (a prescindere) del CSM. Siamo intenzionati a chiederne la revoca: come possiamo agire senza che mio figlio debba subire ulteriori violenze e ritorsioni?
Preciso che tutti i legali da me consultati sull’argomento, hanno rifiutato di assumere l’incarico, sostenendo che il caso e’ molto complesso e che e’ molto difficile revocare un ADS.
La saluto cordialmente, la prego ci aiuti, mio figlio e’ quasi annientato nel fisico e nel morale.
Layla Samar12 Febbraio 2011 alle 8:37 PM #230Layla
PartecipanteHo scritto il post 4 giorni fa e sto ancora aspettando la risposta. C’e’ o non c’e’ la consulenza dell’avvocato?
16 Febbraio 2011 alle 8:00 PM #232Anonimo
InattivoSi c’è ma l’avvocato può anche ammalarsi. Vo a cercare il posto di 4 gg. fa
16 Febbraio 2011 alle 8:27 PM #233Anonimo
InattivoPochi mesi fa il nostro presidente Dalbuono espresse ad altra signora l’esigenza che quando si prospettano certe situazioni si precisi anche dove si abita (almeno la Regione!) e da quale ASL e GT si dipende. Aveva ragione, perché da luogo a luogo (da giudice a giudice anche) della nostra bella Italia le cose possono cambiare non poco.
Ciò posto Lei mi dà troppo pochi elementi per consigliarLa. Il fatto che già diversi avvocati abbiano se non ho capito male rifiutato di patrocinare una revoca dell’ADS (ma erano pratici della materia?) mi lascia perplesso.
L’amministratore di sostegno non può, direi anzi NON DEVE diventare un carceriere. Però, perizie e documenti a parte, qualcuno a suo tempo si sarà pur fatto avanti con buone ragioni per farlo nominare. E il GT l’ha nominato, vuol dire che la domanda è stata ritenuta giustificata.
Certo che l’ADS può essere revocato: bisogna motivare bene, non nel modo generico che Lei fa.
Se mi dice da che GT dipende posso forse indicarLe un avvocato del luogo meno … pauroso.
Saluti O. Bonzio -
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