Salve, volevo riferirmi al fatto che oltre a sobbarcarsi, economicamente e non solo, il familiare malato, c’è la beffa del vedersi riconoscere un contributo statale per la malattia di 280 euro al mese, qualora si tratti di individuo riconosciuto invalido dal 74 al 100% senza accompagnamento, così come quasi sempre avviene.
Non è davvero possibile far sentire la propria voce nei confronti della politica di modo che al malato, ed implicitamente alla famiglia che lo assiste, sia riconosciuta una cifra almeno minimamente dignitosa per la sua sopravvivenza?
Vale anche per il cosiddetto Inserimento Socio-Terapeutico in Ambito Lavorativo, in cui la ASL riconosce a questi pazienti, che, pur gravati da rilevanti problemi personali, svolgono quest’attività anche fino a 5 giorni a settimana 4 ore al giorno, quindi con la consistenza di un vero e proprio part-time, l’elemosina di cattivo gusto di 160-170 euro mensili.
Ed infine, quanto alle case popolari che dovrebbero essere assegnate a questi pazienti dalla Riserva Alloggi, magari dopo un cosiddetto percorso riabilitativo, se il proprio Comune disattende questa Riserva da anni con la scusa, reale o meno che sia, che “non ha case”, dovendo coprire con quelle che ha emergenze a suo dire più impellenti, è possibile qualche azione?
Grazie molte.