problemi con il CPS di Vaprio d’adda MI
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30 Agosto 2016 alle 2:24 PM #848AnonimoInattivo
Buongiorno,
soffro di depressione grave da 15 anni e sono stata seguita dal dr. Carfì del CPS di Via procaccini a Milano. La mia è stata una grande fortuna nell’aver incontrato un professionista della psichiatria che mi ha, oltre che averti curata, dato gli strumenti necessari rendendomi cosciente e prevenire ricadute gravi. 3 anni fa mi sono trasferita in un piccolo paesino. Il dr. Carfì, interfacciandosi con il CPS in oggetto, ha fatto in modo che il cambio CPS e medico, avvenisse gradualmente.
Quindi, 2 anni fa sono passata a questa nuova realtà, a questa disastrosa realtà.
Naturalmente parlerò esclusivamente di quanto sto vivendo. La struttura di Vaprio d/a è totalmente carente di medici (qualche anno fa erano 2 gli psichiatri, quando uno dei due è andato in pensione, l’ente preposto non ha coperto tale mancanza. C’è quindi un solo medico che ha in carico tutta l’utenza.
Ho fatto questa premessa per correttezza.
Purtroppo, oltre che a non trovarmi bene con questo specialista, vivo in abbandono. In due anni sono stata visitata 4 volte, nelle prime 2 visite il medico voleva addirittura farmi TSO (mai, fino ad ora, sono stata ricoverata in un reparto di psichiatria. I miei ricoveri sono avvenuti in case di cura per 4/5 settimane dove cambiare terapia e ricevere supporto psicologico.
le 2 visite successive sono state sommarie velocissime. l’ultima visita risale ad aprile 2016 e, anche andando di persona non sono riuscita ad ottenere un nuovo appuntamento. Anche la mia richiesta di andare in casa di cura (precisamente Villa Maria Luigia a Monticelli di Parma, dove ero già stata ricoverata e dove esiste la documentazione medica che mi riguarda) mi è stata rifiutata più volte motivando “se sta male esiste il pronto soccorso psichiatrico e il ricovero in reparto.
Mi sono recata all’ASL di Trezzo s/a per richiedere il trasferimento ad altro CPS ma mi è stato risposto che non è possibile ( se lei abita in questo paese il suo CPS è questo). Perché a Milano città si puo’ fare e qui no? Perché devo subire questo abbandono e cercare di curarmi da sola facendomi prescrivere i farmaci dal medico di base e gestendomi da sola i dosaggi?
Io sto male, da sola non c’e la faccio.
Nel disastro della legge 180, sono nate alternative valide ed all’avanguardia, perché non potervi accedere se il tuo attuale medico non condivide quest’alternativa?
Chiedo scusa per il lungo sfogo !
la domanda è: come devo fare per cambiare CPS e/o poter scegliere da quale medico essere curata?Attendo fortemente la sua risposta, sono a pezzi e sento che sto di nuovo cadendo. Grazie per l’aiuto che mi potrà dare.
3 Settembre 2016 alle 12:23 PM #849Silvia De SanctisModeratoreGentile signora,
Capisco molto bene la sua situazione ma purtroppo non ho belle notizie da darle.
I cittadini con disagio psichico possono rivolgersi, per chiedere assistenza sanitaria, riabilitativa e sociale, ai Centri Psico Sociali che dipendono dai Dipartimenti di Salute Mentale delle Aziende Ospedaliere.
Concordo con lei sul fatto che è indegno che il malato di mente, unico tra tutti i malati, non sia libero di scegliere ne la struttura ne il medico presso cui farsi curare.
IN TEORIA è un diritto costituzionale garantito a tutti i malati la libertà di scegliere il medico ma IN PRATICA da sempre rifiutato ai malati mentali, costretti ad utilizzare le strutture del territorio per una sorta di principio di “territorialità “, anche nel caso di assenza di empatia tra medico e paziente (fattore importantissimo nelle malattie psichiche)o, ancora più grave, anche nel caso, come il suo, di inefficacia o assenza di strutture.
L’interesse del malato dovrebbe sempre prevalere su eventuali ragioni amministrative interne all’organizzazione ma nel nostro caso non è così…solo in rarissimi casi, in cui si è raggiunto un accordo tra i due CPS, il paziente è riuscito ad ottenere un trasferimento.
Per quanto riguarda l’inadeguatezza dell’assistenza da lei ricevuta la rimando alla mia risposta data alla sig.ra Caterina in cui sottolineo che la struttura ed i relativi medici vanno “costretti” a fare il loro dovere diligentemente tramite raccomandate, in prima battuta, e, a seguire, esposti e denunce.
Anche per eventuali strutture di ricovero può esporre denuncia alla Procura della Repubblica spiegando e documentando tutta la situazione che verrà poi esaminata dal giudice che, se riterrà il malato “pericoloso”, potrà disporre che venga mandato in una struttura.
Un caro saluto.
Silvia de Sanctis -
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