VITTIME DELLA 180
Le testimonianze che mostrano come la 180 sia inefficienza, crudeltà, sfruttamento, superstizione

Vittime della 180

Dimostrare che la legge 180 è dannosa e, spesso, omicida

Re: Richiesta di aiuto

Home Forum Lo psichiatra risponde Re: Richiesta di aiuto

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  • #1097
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Cara Francesca ,
    immagino che sia rimasta delusa per la risposta di Mauri. Come minimo le sarà sembrata troppo sbrigativa. Tenga però presente la situazione delle persone che frequentano questo sito(ed anche di quelli che lo gestiscono): hanno dei problemi gravissimi. Se Lei va a vedere nelle rubrica “I delitti della 180 – Cronache del 2018 “, vedrà che questa settimana un giovane ha ucciso a coltellate madre e nonna e poi si è suicidato. E che a Sanremo uno schizofrenico di 21 anni è stato arrestato: da quando aveva 13 anni seviziava, picchiava e estorceva soldi a padre, madre e sorella.
    E il dott. Mauri vive immerso in questi, spesso drammatici, problemi.
    Con questo non voglio dire che il suo sia un problema da poco. Voglio dire che è un problema al limite. Difficile da capire. E per cui è più difficile dare consigli e trovare soluzioni. Sua sorella è malata o no ? Sembra abbastanza compensata. Però soffre. Ed ha bisogno di uno psichiatra e di terapia farmacologica? O uno psicologo basterebbe? O non è una persona, magari disturbata, ma anche un po’ cattivella e sicuramente egoista ?
    Una cosa le posso dire con ragionevole sicurezza. Quando vi è un malato o un disturbato in famiglia, tutta la famiglia si ammala o manifesta, almeno, comportamenti irrazionali e dannosi per il malato e per gli altri componenti.
    E’ più che probabile – tra l’altro – che la comprensione e l’arrendevolezza di sua madre e di lei sia stata di danno a sua sorella più che di aiuto. I familiari non riescono mai a gestire con efficacia e razionalità il rapporto col malato.
    Per cui il consiglio da dare a tutti i fratelli e le sorelle è di fare la loro vita. Sacrificarsi per il malato -nelle attuali condizioni legislative e di cura – non serve a niente. Si rovinerebbero la vita e non sposterebbero di una virgola la rovina della vita del malato ed il decorso della malattia.
    Lei, cara Francesca, ha dei doveri nei riguardi di suo marito, di sua figlia e di sé stessa. Non si tormenti per sua sorella, se non per quanto è giusto e ragionevole. Ma senza ledere mai, mai e mai i diritti della sua famiglia. Tenga presente che forse il farla ammattire e tormentarla con le sue lagnanze è una della soddisfazioni che sua sorella ha dalla vita. Non si faccia coinvolgere. Faccia finta di ammattire, per darle soddisfazione, ma ne stia emotivamente fuori. E, per favore, non affronti mai i problemi di vita (familia, lavoro, socialità) in maniera razionale con un malato di mente che razionale -per definizione – non è. Si possono affrontate questi problemi in maniera sentimentale e a volte, solo a volte. E tanti, tantissimi auguri. Lucio Dal Buono.

    #1098
    Francesca
    Partecipante

    La ringrazio molto per il tempo dedicatomi.
    Probabilmente i problemi di mia sorella sono meno gravi di altri, mi scuso se ho usato questo spazio impropriamente. A mia parziale discolpa vorrei dire che per un profano non è semplice capire quali sono le linee di demarcazione tra sanità mentale e patologia, non è semplice capire quando una persona è pericolosa per se stessa o per gli altri, non è semplice capire quando bisogna chiedere aiuto; forse leggo troppi fatti di cronaca ultimamente, ma a volte quando mia sorella è sola con la bimba, sebbene di fatto l’abbia sempre accudita con amore, ho paura, e purtroppo riesco a limitare ma non ad evitare queste situazioni, al momento. Peraltro è una zia molto affettuosa con la bambina, anche se poi mi rinfaccia tutto con estrema durezza. Purtroppo non sono brava in ciò che è irrazionale o sentimentale, è un mio limite che conosco; io mi muovo bene nella logica, nella razionalità, in mezzo a formule e numeri, a processi razionali e ben definiti. Tutto ciò che esce da questo terreno mi spaventa e mi allontana.
    Probabilmente poi lei ha ragione che sia mia madre, sia io, siamo parte del problema perché in qualche misura ci siamo adattate ai comportamenti di mia sorella o li abbiamo involontariamente rafforzati; è pur vero che io e mia sorella ci passiamo un solo anno di differenza, anche se oggi a pensarci mi sembrano 20.
    Rifletterò su tutto.

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