richiesta di provvedimento cautelativo per sorellina minore
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4 Dicembre 2015 alle 4:46 AM #779AnonimoInattivo
vi chiedo disperatamente aiuto, sono la mamma di una ragazzina di undici anni, il cui fratello (figlio del mio compagno) di 24 anni, in cura da quasi otto anni, inizialmente per disturbi alimentari poi degenerati in importanti disturbi comportamentali, negli ultimi 4 anni ricoverato più volte, anche per periodi piuttosto lunghi in spdc. Alla fine di agosto, nell’arco di dieci giorni è stato chiamato il 118 e ricoverato in psichiatria per crisi anche violente. Negli ultimi mesi ricoverato in CDA, con continue ricadute. Naturalmente sottoposto a terapie di psicofarmaci, di cui quando dimesso, o ne abusa o non segue,pur essendo costantemente seguito da noi familiari. Nell’ultima riunione (una settimana fa) in presenza del responsabile del CDA ,dei due psichiatri, dello psicologo e delle due infermiere che conoscono il caso da quasi otto anni, pur essendo il ragazzo ancora totalmente instabile, chiedono alla famiglia la disponibilità di iniziare gradatamente a prenderlo in carico. La madre non se la sente di accudirlo, in quanto sopratutto con lei ha atteggiamenti violenti e comunque di impossibile gestione considerando che è necessario tenerlo sotto controllo costantemente, anche la notte. Da parte mia faccio presente che ritengo dannoso e irresponsabile far stare ancora la sorellina, in piena età adolescenziale, a stretto contatto con il fratello, in quanto in questi anni ne ha viste veramente di tutti i colori, sacchetti di vomito nell’armadio, crisi violente, il fratello che per ore rigurgita e mastica il cibo, il fratello che gli ruba di tutto compreso i soldini messi da lei da parte e non solo, pressioni psicolgiche che il fratello le infligge raccontando bugie al padre per metterlo contro di lei etc, oltre al fatto che ha sette anni chiedeva il pasto pesato come il fratello e che manifesta in alcuni casi dei segnali preoccupanti sul peso corporeo (pur essendo magrolina). Nonostante aver fatto presente ai medici tutto ciò la responsabile del CDA mi risponde ” signora deve cercare di vedere il lato positivo, la sorellina probabilmente avrà un beneficio se nel tempo vedrà migliorare il fratello!”, quando un attimo prima aveva detto che il ragazzo se va bene avrà ricadute per altri cinque anni.
Ditemi per favore cosa possa fare, devo aspettare che in una crisi di violenza faccia del male a mia figlia? (la sera dormo con mia figlia chiusa a chiave in camera) Che mia figlia, con l’esempio del fratello diventi anoressica? Devo distruggere la mia famiglia e la serenità di mia figlia per colpa di medici irresponsabili che non valutano le ripercussioni che può avere il loro paziente, assolutamente ancora instabile, sul nucleo familiare e su se stesso?! Anche se sono arrabbiata non riesco a dar colpa al padre, che è disperato nel vedere il figlio in questo stato, ma da parte mia ritengo di avere l’assoluta responsabilità di proteggere il soggetto in questo momento più debole e cioè mia figlia.
Grazie28 Dicembre 2015 alle 1:21 AM #787Silvia De SanctisModeratoreGentile Paola,
i CDA solitamente hanno un approccio multidisciplinare per la cura dei disturbi alimentari che prevede la collaborazione di varie figure terapeutiche (psichiatra, medico internista, psicologo, nutrizionista, infermiere); dal Suo messaggio mi sembra di capire che le maggiori incomprensioni ci siano verso la responsabile del CDA che tende a minimizzare il problema del ragazzo ed a ribaltarlo sulla famiglia.
Qualora lei ritenga di essere in presenza di una omissione di cura da parte dei medici della struttura può consigliare al padre del ragazzo di fare un esposto (con il supporto di un avvocato penalista) alla Procura della Repubblica ( o anche solo minacciare i medici di farlo – a volte, Le assicuro, è sufficiente).
Mi permetto, infine, di suggerirLe di non porsi mai problemi a chiamare i carabinieri in caso di bisogno e di valutare, capendo e condividendo la Sua preoccupazione verso sua figlia, un eventuale, magari solo momentaneo, vostro allontanamento dalla casa del Suo compagno.
Un abbraccio. -
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