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25 Gennaio 2012 alle 1:08 AM #406LeonoraPartecipante
Salve,
ho 25 anni e scrivo in preda alla disperazione e rabbia per la situazione che sta affliggendo la mia famiglia. Sono dinamiche molto complesse ma vorrei avere un consiglio, un appoggio, una soluzione anche blanda che possa aiutarci. Mia madre è affetta di disturbo bipolare paranoide ( queste definizioni talavolta sono riduttive) e in sintesi rende impossibile la vita a mio padre ( e familiari) con violenze, psicosi, deliri. Nonostante la malattia e le cure ( 25 anni circa di cura pesante, 6 TSO, oggi segue la terapia a tratti) ha una componente di carattere amplificata dalla malattia cronica che la porta ad essere una tiranna provocatoria, capace di pianificare le versioni e gli atteggiamenti, di condurre all’esasperazione di mio padre. Per questo è difficile, se non impossibile, gestirla: fondamentalmente ha rancore represso e vuole la distruzione della famiglia. Vani sono stati i ricoveri. Mio padre si è dedicato nella vita a lei, subendo continuamenti attacchi, deliri, violenze..sta cedendo. Sono soli, con la madre di lei a carico di 82 anni che saltuariamente appoggia la figlia ( nell’ignoranza e istinto di madre non accetta la malattia nemmeno una responsabilità sull’educazione impartita, quella di aver viziato e di onnipotenza della figlia che ha alimentato la malattia ). Adesso mio padre ha 55 anni e sta rischiando di perdere il lavoro. Lei lo chiude negli stanzini, picchia la madre o si intossica per farlo rientrare a casa, lo lascia domire 3 ore a notte attaccandolo fisicamente o verbalmente con le sue insinuazioni aggressive psicotiche, accusandolo e infamandolo. Non è libero di uscire di casa, ha sempre lei alle spalle. Non riesce a parlare con sindacati e medici singolarmente, vive al di fuori della società. Lui ha un carattere debole, non ha chiesto il divorzio, spesso questa situazione è stata spesso celata per paura e affetto, ma nelle sue debolezze ha portato avanti la famiglia. Gli ultimi due anni sono stati drammatici. Io sono una studentessa indietro con gli esami e lacerata da tanta sofferenza e anche ingiustizia. Spero di non esser tagliente nei confronti della madre a cui voglio bene e spero che possa migliorare ma purtroppo temo che non si possa fare niente per curarla perchè il suo carattere è forte e verte sul non voler guarire ma distruggere con ogni mezzo. Sono delusa dal sistema sanitario che non offre servizi adeguati per il malato e che soprattutto che non tuteli la vita dei familiari ( almeno comprenderla con sensibilità).
Ora chiedo: esistono strutture dove i malati possono esser ricoverati per lunghissimi periodi contro volontà?
Ci sono leggi per tutelare il lavoro? La 104 non è per noi..a mio padre mancano sette anni alla pensione, finirebbe per esser lincenziato comunque perchè mia madre ha ottenuto quello che vuole e continuerà ad imporsi patologicamente alla sua libertà.
Una malata del genere capace di stalking e aggressioni, in caso di divorzio, a chi sarebbe affidata?
Vorrei davvero esprimere tutta la mia solidarietà a chi ha avuto/ è affetta da malattie psichiatriche, le reputo dilanianti nello spirito e nell’esistenza che è tanto preziosa.
11 Settembre 2012 alle 6:40 PM #464SamPartecipanteBuongiorno Leonora, ci sono state novità nella vostra situazione?
25 Settembre 2012 alle 6:03 PM #483ldalbuonoAmministratore del forumCara Leonora,
La situazione di sua madre è tipica di questi trenta anni senza ospedali psichiatrici. Al tempo dei manicomi una malata come sua madre sarebbe stata periodicamenmte ricoverata obbligatoriamente. La permanenza media era -in Lombardia – di un mese e mezzo. In un mese e mezzo si riesce a trovare lo psicofarmaco adatto al paziente, si aspetta che lo stesso faccia effetto (ci impiega almeno 15 giorni) e poi una volta stabilizzato lo si può far rientrare in famiglia. Ovviamente, se poi non si curava, dopo circa 6 mesi aveva altre crisi e la storia si ripeteva. Ma la vita, sia per il malato che per la famiglia, era almeno accettabile.
Allora si usavano tra l’altro delle efficacissime cure d’urto (l’elettroshock, l’insulinoterapia e la malarioterapia) che non avevano, al contrario dello psicofarmaco, effetti collaterali e che davano a volte risultati quasi miracolosi. Tutto finito. La scienza è stata criminalizzata a beneficio della più stupida superstizione. Quando vi dicono che Basaglia era un grande uomo, ricordatevi sempre che sosteneva che la malattia mentale non esiste e, se esiste. è frutto della società capitalista.
Comunque veniamo a noi, anzi a Voi. Oggi è impossibile ricoverare per lungo tempo un malato che rifiuta la cura, in quanto può essere ricoverato solo nei reparti di diagnosi e cura degli Ospedali generali, che sono dei ghetti. Gli psichiatri più coscienziosi ricorrono bensì ad un’escamotage: tengono il malato in TSO fino a che, stufo marcio, non accetta di essere ricoverato in una comunità. Però non sempre funziona. Inoltre le comunità non amano ricoverare i malati più turbolenti: scelgono i più tranquilli.
Certo che la situazione di una famiglia con un malato in casa può diventare impossibile. Una prima osservazione è questa: –
– La scelta di Tuo padre di rimanere con sua moglie può essere nobile e legittima. Ma non deve rovinare la vita ai figli. Quindi Tu cerca di fare una vita il più possibile normale e lontano dalla malattia. Non sei responsabile della cura di Tua madre. Anche perchè è un compito impossibile che rovinerebbe solo la Tua vita senza migliorare la vita di Tua madre neanche di un filo.
– Tua madre dovrebbe assolutamente essere interdetta o avere un amministratore di sostegno. L’amministratore di sostegno è in grado, molto meglio dei familiari, di portare avanti i diritti del malato
– E’ comunque fondamentale pretendere che sia la struttura a cioò preposta e per questo pagata ad interessarsi del malato. Non può essere la famiglia. Quindi responsabilizzate i medici con esposti, denunce, raccomandate. Magari con l’aiuto di un bravo avvocato.E infine ricordati che non sei sola. Come Te ci sono migliaia di altre persone. Spesso il malato è un figlio. E allora la cosa è ancora più squassante. Tu almeno sei diventata grande e sei sana. Per non vanificare gli sforzi ed il sacrificio di Tua madre e di Tuo padre, goditi la vita e vivila bene. Almeno Tu. Auguri
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