Vi chiedo aiuto. È urgente per favore…
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31 Agosto 2017 alle 1:20 PM #1001SalvatorePartecipante
Salve a tutti, mio fratello è affetto da circa 11 anni da un disturbo schizoide a tratti paranoidei(o almeno così è stato identificato dai medici). Circa 12 anni fa ho perso mia madre e due anni dopo mio padre. Questi eventi, più l’uso di droghe di vario genere (dall’hashish alla cocaina) di cui mio fratello ad oggi trentenne ha fatto ripetuto uso lo hanno portato verso la sua patologia. Per dieci anni mi sono occupato di lui, dal cibo ai soldi per le più disparate cose, ed ho subito ripetute violenze, sia fisiche che verbali. Poi al quarto anno di malattia, dopo una grave aggressione fisica ho lasciato casa dei miei dove vivevo con mio fratello, comunque preoccupandomi di garantirgli il necessario. Circa 3 anni fa ha aggredito mia zia con un coltello ed è stato arrestato e portato dai carabinieri in carcere. Dopo circa 3 mesi di carcere, perizie psichiatriche e avvocati è stato scarcerato, con derubricazione del reato da tentato omicidio a lesioni a mano armata ed inviato dal giudice in una struttura di riabilitazione psichiatrica residenziale dove è rimasto per un anno, al termine del quale è uscito perché giudicato stabile, ha voluto vendere casa dei miei genitori per motivi economici. Gli ho così preso una casa in affitto vicino a me, e mi sono occupato di pagare io i suoi pigioni e di fargli da garante. Ho preso contatti con il centro di salute mentale di riferimento e l’ho accompagnato ripetutamente alle visite mediche, ma è sempre stato scarsamente collaborante e non assumeva le medicine. Ho provato nel 2015 ad avviare le pratiche per la pensione e di invalidità ma non si è mai presentato a visita ed in un’occasione in cui ho insistito sono stato anche picchiato. Nel corso dell’anno ho provato a richiedere l’amministrazione di sostegno ma poi per difficoltà nella gestione del rapporto con mio fratello e per paura di ripercussioni non ho proseguito. Il risultato è stato che in un anno ha bruciato tutta la sua quota della vendita della casa dei miei… Quasi 80.000 euro. Ha fatto uso di droghe ed è stato avvicinato da persone che avevano compreso la sua fragilità ed è stato truffato. Ho denunciato quelle persone che sono state condannate per raggiro di incapace. A fine 2016 Per motivi lavorativi mi sono spostato in nord Italia chiedendo a mio fratello se volesse seguirmi e stare in una struttura, la risposta è stata no. Dopo due mesi dalla mia partenza queste persone si sono rifatte vive e mio fratello mi ha contattato. Sono salito e sceso per circa 20 volte in 3 mesi. Per paura di queste persone o forse solo per la sua patologia ha iniziato a dormire fuori casa. Ha distrutto la casa dove abitava nell’intento nel suo delirio di “rinforzare i muri”… Dopo qualche mese ha iniziato a vagabondare. Ho allertato i carabinieri che lo hanno ritrovato a Roma, dove l’ho raggiunto, ma non ha voluto seguirmi. Nel frattempo è tornato a casa, ha disdetto il suo contratto di affitto ed è partito. Lo hanno ritrovato a seguito di una nuova denuncia i carabinieri a Bologna (era diretto a Manchester diceva).mi hanno contattato e sono andato a riprenderlo. Adesso è a Modena da me, ma io vivo in una casa con degli inquilini e non posso ospitarlo ne dargli residenza. I servizi sociali non se ne prendono carico se non è residente ed il centro di salute mentale nemmeno salvo episodi di urgenza. Ora dorme per strada. Mangia in una comunità per senzatetto. Non assume farmaci. Non ha più soldi. Giù in casa ha lasciato un disastro e ho dovuto pagare 4500 euro di lavori prima di restituire l’appartamento. Io ho paura ad ospitarlo dati i precedenti e le mie risorse economiche si sono sensibilmente ridotte e non posso più occuparmi di lui in quel frangente. Vi chiedo aiuto. È possibile non ci sia un modo perché sia dignitosamente assistito a Modena o nella nostra città di origine? Non c’è una strada da poter prendere per trovargli un tutore o una struttura? Potete indicarmi una strada? Dopo 12 anni non sopporto più questa situazione
3 Settembre 2017 alle 7:36 PM #1002Silvia De SanctisModeratoreCaro Salvatore,
la sua situazione mi lascia con poche parole e tanto sconforto…
Vista la gravità della situazione di suo fratello credo sia il caso di rivolgersi ad un avvocato che la sostenga ed aiuti nelle varie istanze, onde evitare ulteriori perdite di energie, soldi, salute…
Per prima cosa riterrei indispensabile procedere alla richiesta di nomina di un amministratore di sostegno o un tutore.
L’Istituto dell’interdizione è fortemente limitativo: priva parzialmente o totalmente il soggetto della capacità di agire necessaria per compiere atti giuridici o per amministrare il proprio patrimonio e ciò con la sostituzione con un tutore che compie tutti gli atti SENZA dover consultare l’interdetto. La Legge del 9/1/2004 prevede, invece, l’introduzione dell’Amministratore di Sostegno: il fine della legge è proprio quello di trovare un istituto meno invasivo che garantisca all’incapace la tutela più adeguata con la minor limitazione possibile della sua incapacità.
Personalmente, nel caso di suo fratello, visto anche l’ormai scarso patrimonio rimasto da tutelare, comincerei con la richiesta di nomina di un amministratore di sostegno (che potrebbe essere lei o, in caso non se la dovesse sentire, altra persona di fiducia), anche perché il procedimento è molto più rapido e semplice (comunque l’ultima parola sulla scelta tra i due istituti rimane al giudice tutelare).
Per quanto riguarda l’accesso in eventuali strutture di ricovero, nella sua attuale città o in quella di origine, può e deve esporre denuncia, sempre con l’aiuto di un avvocato, alla procura della Repubblica spiegando e documentando tutta la situazione che verrà poi esaminata dal giudice che, se riterrà, come credo vista la copiosa documentazione che potrà allegare a riprova della gravità della patologia,il malato pericoloso per sé e/o per gli altri, potrà disporre che venga mandato in una struttura (OPG).
Ma intanto cosa sta facendo il CPS territorialmente competente? Anche qui manderei immediatamente una raccomandata a entrambi i CPS (quello di Modena e quello della città di origine), sempre allegando tutta la documentazione (ricoveri, verbali dei carabinieri, denunce…)e, subito a seguire, un esposto vero e proprio alla Procura della Repubblica. I CPS si DEVONO occupare della salute mentale di persone maggiori di 18 anni in tutti i loro aspetti.
Insomma, diversi e complicati sono i vari aspetti della sua situazione, sia dal punto di vista civilistico che penale ma, allo stato, non ce la può più fare da solo, deve ormai fare interventi mirati e decisivi che provino a smuovere le varie istituzioni, senza perdere altro tempo ed altri soldi; purtroppo, proprio per questo motivo, un bravo avvocato competente in materia risulta indispensabile.
Un abbraccio.
Silvia de Sanctis -
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