Anna
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AnnaPartecipante
L’aldhol lo assumeva tramite iniezione all’ospedale con dose massima consentita mi sembra da 100 ma lasciatemi il beneficio del dubbio perchè di queste cose se ne è sempre occupata mia madre e i medici per cui lo so proprio per sentito dire e in più mia madre ha sempre affermato che c’erano momenti in cui mio fratello anche se prendeva le medicine sembrava che avesse bevuto acqua, cioè non facevano effetto durante le crisi, ma questo si ricolloca al 2011, ultimo anno in cui ho visto mio fratello, ad agosto, da allora io non lo vedo, non so molto su di lui sulle cure dell’opg e di quelle in comunità, perchè mi fa paura la sua persona, ma questo è proprio un mio problema psicologico di come reagisco a tutto ciò che stato.
Per quel che so da quando a novembre è stato portato in opg e in comunità dove risiede tutt’ora, i medici dicono che non ha mai avuto crisi ed è sempre stato tranquillo, a parte il lamentarsi costantemente di non volere stare in questi posti e voler tornare a casa. Questo è quello che mi terrorizza di più, perchè quando era a casa minacciava di morte mia madre e mia nonna, delle volte ha tentato di picchiarle, lanciava oggetti, spaccava porte, ha lanciato una sedia a mia madre… Per cui se lui non fa nulla di questo nelle comunità, ho il terrore che lo rimandano a casa. Io è questo che voglio fermamente evitare, perchè se torna, o farà cose eclatanti per vendicarsi, o cmq con mia madre in casa con lui io non mi sentirò MAI tranquilla di vivere una vita mia, neanche se vivessi con loro, perchè difronte alla sua malattia sono impotente di reagire sia fisicamente che moralmente.AnnaPartecipanteBhè, diciamo che siamo più avanti dell’opg, ora è ricoverato in una struttura di cui i dati più specifici per rispetto alla privacy Vi saranno spediti, privatamente via mail, cmq io Vi ringrazio tanto per il sostegno che mi date, soprattutto morale… Si, per la richiesta dell’amministratore di sostegno ci siamo candidati sia mia madre “ovviamente” e io e mio fratello minore (27-25 anni), ma ancora non ho notizie in merito a questo, per mia madre forse l’amministrazione di sostegno è esagerata, perchè lei alla fine è una persona in soggezione del figlio, plagiata e shockata dalla vita che ha sempre vissuto subendo e soffrendo, però sono riuscita se non altro a convincerla a fare psico-terapia a un cim, di cui ha cominciato le sedute conoscitive a giugno, e di cui riprende ora a settembre, io spero che con queste sedute lei possa comprendere la giusta strada da percorrere, anche se la vedo dura, ma in caso cercherò di utilizzare la psicoterapia al fine di far capire ai giudici che lei è il soggetto meno indicato per fare l’amministratore di sostegno e sopratutto per vivere con mio fratello, perchè in realtà il mio problema è il fatto che lei debba convivere con mio fratello, perchè questo mi fa vivere costantemente in ansia, che io viva con loro o che io non viva con loro, quindi anche da lontano, io sarei soggetta ad attacchi di panico, ansia e disperazione che mi porterebbero come mi è già successo, a vivere una vita vuota, all’insegna della depressione e dell’attesa che accada l’irreparabile, difatti, secondo il mio terapeuta, se io dovessi essere sottoposta nuovamente agli stress emotivi che ho dovuto subire in tutti gli anni di convivenza con mio fratello, rischio la compromissione significativa del funzionamento globale della mia persona.
In più nella mia zona non esistono dei servizi efficienti che ci aiutano, tanto per dirne una, l’assistente sociale che si occupa del nostro caso, non ci chiama per chiederci se abbiamo bisogno, non viene a casa se non strettamente contattata da noi, spesso se ne lava le mani, ad esempio quando le ho chiesto aiuto per cercare un bravo terapeuta a mia madre, mi ha dato un numero di telefono a cui non mi hanno risposto, dopo di chè mi è stato detto che questo era l’unico recapito conosciuto e me la sono dovuta vedere da sola, da allora ossia metà aprile, questa persona non si è degnata di chiamare, venire o altro, e se la chiamo io per chiederle consulenza lei mi dice che di tante cose non era al corrente, perchè la devo chiamare io ad aggiornarla secondo lei… Questo ci sta, ma a cosa mi serve, se io le ho chiesto più volte di redigere una relazione ufficiale sullo stato della mia famiglia che è impossibilitata a vivere con un malato di una malattia grave e delicata quale quella di mio fratello, e a lei da un’orecchio le entra e dall’altro le esce?
Cmq sia, spero di trovare il modo per tutelare i miei familiari.Grazie.
AnnaPartecipanteDopo che ho inoltrato la denuncia firmata da me e mio fratello Francesco, suppongo si siano avviate le indagini, dopo delle quali mia madre è scappata di casa per l’ennesima volta, siamo riusciti a convincerla a firmare la denuncia, pochissimi giorni dopo, mio fratello è stato prelevato dai carabinieri, che lo hanno portato in un opg in cui è stato per 6 mesi, da aprile è in una casa di cura, ma io non riesco ad andarlo a trovare, ci ho parlato di rado con lui al telefono e non voglio mai parlargli ne vederlo, ora sto pagando tutto quello che ho patito e vorrei che non esistesse, mi dispiace dire così, anche se so che è malato, non riesco a compatirlo o giustificarlo, ci ha fatto troppo male…. Poi a casa mia madre che ogni volta che parla con lui, chiama l’avvocato per cercare di farlo uscire, è una cosa che non sopporto, perchè lei è come se fosse sotto i suoi comandi, siccome lui non vuole starci, lei invece di pensare che lui dovrebbe essere curato, cerca di darsi da fare per riportarlo a casa per rifare tutto quello che faceva o peggio, io non credo che lui migliorerà mai, e sono terrorizzata dall’idea che lui debba tornare, piuttosto mi ammazzo… Ora è tutto nelle mani dei giudici e penso dei medici… Ma per me ogni giorno che penso che lui potrebbe tornare è un giorno d’inferno. E se mia madre continua su questa via, io mi appellerò ai servizi sociali e legali, so che sembro matta, ma io ho fatto anche psicoterapia, e sulla mia documentazione emerge chiaramente che il mio male è mio fratello maggiore e la sua malattia, che è legato al fatto che io non posso più sopportare la sofferenza di mia madre durante le crisi di mio fratello. Staremo a vedere che succede… Per ora provo a riprendere un pezzo di vita che mi è stato sempre negato.
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