Francesca
Risposte nei forum create
-
AutorePost
-
FrancescaPartecipante
La ringrazio molto per il tempo dedicatomi.
Probabilmente i problemi di mia sorella sono meno gravi di altri, mi scuso se ho usato questo spazio impropriamente. A mia parziale discolpa vorrei dire che per un profano non è semplice capire quali sono le linee di demarcazione tra sanità mentale e patologia, non è semplice capire quando una persona è pericolosa per se stessa o per gli altri, non è semplice capire quando bisogna chiedere aiuto; forse leggo troppi fatti di cronaca ultimamente, ma a volte quando mia sorella è sola con la bimba, sebbene di fatto l’abbia sempre accudita con amore, ho paura, e purtroppo riesco a limitare ma non ad evitare queste situazioni, al momento. Peraltro è una zia molto affettuosa con la bambina, anche se poi mi rinfaccia tutto con estrema durezza. Purtroppo non sono brava in ciò che è irrazionale o sentimentale, è un mio limite che conosco; io mi muovo bene nella logica, nella razionalità, in mezzo a formule e numeri, a processi razionali e ben definiti. Tutto ciò che esce da questo terreno mi spaventa e mi allontana.
Probabilmente poi lei ha ragione che sia mia madre, sia io, siamo parte del problema perché in qualche misura ci siamo adattate ai comportamenti di mia sorella o li abbiamo involontariamente rafforzati; è pur vero che io e mia sorella ci passiamo un solo anno di differenza, anche se oggi a pensarci mi sembrano 20.
Rifletterò su tutto.FrancescaPartecipanteProbabilmente allora non sono stata chiara come avrei voluto.
E’ una situazione complessa.
Io ho scritto prima di tutto per chiedere un aiuto per me stessa perché il comportamento di mia sorella ha delle pesanti ripercussioni sulla mia vita; ogni settimana ricevo 2-3 messaggi sotto forma di e-mail, o sms, o whatsapp in cui mia sorella minaccia di uccidersi addossando a me tutte le responsabilità, scrivendomi che le ho rovinato definitivamente la vita, non aiutandola a uscire dalla prigione in cui vive e impedendole di costruirsi una vita sua. Non è chiaro in che modo io la condizioni. Aggiunge offese gravissime, scrivendomi che sono una “capitalista, egoista, menefreghista”, e spesso aggiungendo simili epiteti verso i miei amici, conoscenti, colleghi, persone che nemmeno conosce ma magari mi ha sentito nominare.
Conclude scrivendo “addio, per te sono morta, ho sacrificato la mia vita per te è ora di finirla”.
Poi capita che io passi a casa di mia madre, magari 2 ore dopo, e la trovo serena, come nulla fosse accaduto, o anche adirata, ma assolutamente non disponibile al confronto; di persona è difficile indurla a una discussione, se anche ci provo finisce con lei che si chiude dentro urlandomi le peggiori parole, o con lei che esce di casa, chiude il telefono, e si rende irreperibile per qualche ora, per poi tornare.
Lei dichiara di essere drammaticamente infelice, bloccata, “prigioniera” in un “ospizio”. L’ospizio sarebbe l’appartamento di mia madre, che le assicuro è tutto tranne che un “ospizio”.
Dal mio punto di vista lei è veramente bloccata, ma l’unico blocco è un suo blocco mentale perché nessuno la costringe a stare in casa, è sempre stata spronata a cercare un lavoro e costruirsi un futuro, ma negli anni nulla le è andato bene; attualmente se le propongo di fare un concorso mi risponde che lo stipendio non è adeguato, se le propongo di lavorare ad un call center mi risponde “perché non ci vai tu?”…Denigra chiunque io frequenti, amici, colleghi, sono tutti degli “stupidi”, “ignorantoni”, gente che a suo dire non è certo al suo livello che però, ahimè, ha il lavoro e la vita che vorrebbe fare lei, e allora esplode in critiche terribili.
Io non sono un medico, nella vita faccio tutt’altro, ma a mio avviso ha proprio bisogno di parlare con qualcuno esterno alla nostra famiglia che la aiuti a fare ordine tra le sue idee; nostra madre purtroppo le è complice, la considera una sua proiezione e le ha da sempre accordato ogni genere di protezione, fino al punto che oggi, a quasi 80 anni, è lei a farle la spesa e a provvedere ad ogni sua necessità.
Ciò che più mi addolora è l’eventuale impatto di questa situazione su mia figlia. Prima di essere mamma potevo subire i suoi sfoghi con maggiore serenità, ora che sono mamma sento di dover tutelare la mia bimba da queste tensioni, e a volte temo che mia sorella possa addirittura farle del male per rivalsa nei miei confronti, magari in preda alla rabbia per i torti che crede le abbia fatto.
Io quindi chiedo innanzitutto aiuto per me, per capire come affrontare gli aspetti in cui sono coinvolta, e poi per mia sorella, perché credo che le serva un medico o almeno uno psicoterapeuta per imparare quanto meno a gestire la rabbia.FrancescaPartecipanteOnestamente trovo spiazzante questa risposta, speravo in un indirizzamento verso una possibile soluzione, non è uno scherzo. Mia sorella non è una persona serena o felice del non fare nulla, è una persona di quasi 40 anni con 0 rapporti sociali da anni, che da quasi 15 non esce di casa, che non ha un lavoro nè fonte di reddito e dipende in tutto e per tutto da nostra madre di quasi 80 anni. Invidiabile?? La storia è strana. Su questo non c’è dubbio.
-
AutorePost