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ldalbuonoAmministratore del forum
Cara (?) De Angelis,
vorrei aggiungere anche io qualche parola su quanto hai raccontato. E’ chiaro che la partenza della Vs. relazione non è tra le più felici: Tu stai per andare da uno psicologo ed hai una madre bipolare e lui ha una madre psicotica e dei problemi che Tu stesa denunci. La psicosi non è ereditaria in senso stretto però vi è una certa tendenza al ripetersi di casi nella stessa famiglia. Se decidete di stare insieme, Vi sconsiglierei dall’avere dei figli. Il rischio di problemi è piuttosto alto. Inoltre la convivenza con uno psicotico è, alla lunga, impossibile. Io ho avuto una moglie schizfrenica e non sono riuscito a convivere con lei per sempre. E non ho mai conosciuto casi in cui il rapporto sia durato più di una decina di anni. Per cui se vuoi bene a questo ragazzo e non Ti senti di lasciarlo, state sempre comunque sul chi va là. E’ probabile che la Vs. relazione non duri molto a lungo. Scusa se Ti parlo in maniera così franca, ma è la lunga e brutta esperienza che ho, a farmi parlare così. Per il resto auguro a Te ed al Tuo ragazzo il massimo della felicità che a noi poveri mortali compete. Auguri
1 Maggio 2023 alle 8:32 AM in risposta a: Consiglio su come gestire una persona disabile aggressiva #4695ldalbuonoAmministratore del forumCara Arianna,
non è facile rispondere ai Tuoi quesiti: non si sa di che cosa è ammalato Tuo zio ed il problema, più che Tuo zio, è Tua madre. E’ Tua madre che Vi obbliga a sopportare quella situazione e, in definitiva, siete Voi che non Vi imponete a Tua madre. Comunque provo a fare un pò di chiarezza. Intanto, se Tuo zio è schizofrenico o psicotico, l’ educazione non c’entra niente. In tutte le malattie in cui il cervello entra in sofferenza (pensa alla demenza senile) la prima cosa che si perde è l’igiene personale ed il rispetto per gli altri. Ma supponiamo che, in qualche modo, Voi riusciate e superare l’insormontabile ostacolo della volontà di Tua madre. Cosa potreste fare ? Beh, chiedere che lo zio venga preso in carico dalla struttura pubblica e che venga, eventualmente, messo in qualche comunità e non a casa Vostra. Ma, per prima cosa, è fondamentale sapere esattamente cosa ha. Tenete presente che, come le cronache dei giornali riportano quasi ogni giorno, uno schizofrenico può essere pericoloso a sè ed agli altri. Specialmente se viene tirato via dalla vecchia situazione in cui, bene o male, aveva trovato un equilibrio. Comunque nel caso Tuo e di Tua sorella la soluzione più semplice eè che andiate voi fuori casa. Siete grandi e, spero, autonome. Tuo padre deciderà poi cosa fare: se riesce a sopportare l’egoismo della moglie – che sacrifica la propria famiglia a favore del fratello – rimarrà. Altrimenti anche lui si troverà una soluzione diversa. Provate a rivolgerVi pure a qualche psichiatra, ma tenete presente che è un tecnico che sa molto della malattia. Ma difficilmente potrà darVi una soluzione ai problemi della Vostra vita. Comunque Ti auguro che tutto possa andare per il meglio e che possiate trovare una soluzione soddisfacente. Ciao mia cara. Lucio
ldalbuonoAmministratore del forumCara Annalisa, in attesa che il Dott Mauri risponda con maggiore scientificità, mi permetto io di dirle due parole. Intanto la schizofrenia è una delle tante malattie endogene dell’organismo, non generate cioè da un fattore esterno microbico o virale. Qualche esempio ? Diabete, artrite reumatoide, cardiopatie, disfunzioni renali ecc, ecc. . Queste malattie non guariscono. Se ne può curare i sintomi, rallentare il decorso, ma durano tutta la vita. La schizofrenia, che è una psicosi, non fa eccezione: si tratta di alterazioni degenerative della corteccia cerebrale. Bisogna dire però che con l’età i sintomi spesso si attenuano, forse anche perchè -purtroppo – subentrano forme più o meno gravi di demenza. Oggi gli psichiatri hanno a disposizione una decina di molecole. Non male. Negli altri paesi vi sono anche elettroshock e coma insulinico, che -a volte- davano risultati sorprendenti e nessun effetto collaterale. Però per capire quale sia la cura ottimale bisognerebbe tenere il malato in clinica per due o tre mesi: ogni psicofarmaco ci impiega ca. 15 giorni per fare effetto e per centrare la dose ottimale serve altro tempo. Questo in Italia è impossibile, dato che la permanenza in clinica è su base volonaria. E, francamente non so se i nostri medici, dopo 40 anni di 180, sono abituati ormai a fare osservazioni cliniche a lungo termine. Se vuole saperne di più le suggerisco di leggere il libro di Mauri e mio su “Schizofrenia e psicosi” Ed.Minerva
ldalbuonoAmministratore del forumSe posso intervenire Ti raccomanderei di chiedere che venga senz’altro nominato un amministratore di sostegno. E’ importante che sia persona di Tua fiducia. Tieni presente che l’amministratore di sostegno va nominato dal giudice tutelare (per la pratica rivolgiti ad un avvocato) ed è anche importante che il giudice, tra le sue attribuzioni, metta anche la possibilità di mettere il naso nell cure mediche a cui viene sottoposta Tua sorella. E auguri….
ldalbuonoAmministratore del forumGuardi che il ricovero in una struttura può essere fatto solo con il consenso dal malato. Il TSO può essere fatto solo nel reparto dell’Ospedale Generale. E lo stabilisce il CPS. Il vantaggio dell’amministratore di sostegno è che i medici sono obbligati ad informarlo delle cure e lui può protestare e chiedere l’appoggio del Giudice Tutelare, che lo ha nominato
ldalbuonoAmministratore del forumMi permetta di intervenire. Le sconsiglio vivamente di rivolgersi al CPS per avere un amministratore di sostegno. Intorno al CPS gravitano avvocati che vivono di quanto ricavano dal loro lavoro di amministratori di sostegno. E che, naturalmente, non vanno contro gli interessi di chi gli procura i clienti. E cioè il CPS. L’amministratore di sostegno deve essere una persona di Vs. fiducia che sia in grado di difendere il patrimonio di suo fratello (e il Vostro) e di richiedere con forza che venga adeguatamente curato. Ovviamente per avere dal giudice l’amministratore occorre una perizia medica, anche da parte di uno psichiatra privato, che certifichi la psicosi di Suo fratello e la sua necessità di essere tutelato. Scarichi e legga il nostro “Survival pack”.
ldalbuonoAmministratore del forumRiccardo,
capisco perfettamente la Sua angoscia e la sua fretta nel ricevere qualche consiglio. L’avvocato mi ha detto che Le rispondera’ entro la settimana ed io, come vede, le rispondo subito. Purtroppo i nostri consigli le faranno sentire, spero, la nostra simpatia e la nostra vicinanza, ma avranno una importanza relativa: la vita dei malati di mente e dei loro familiari diventa quasi sempre aleatoria e soggetta a bruschi cambiamenti. Proprio per questo Le suggerirei di mettere quei punti fermi, a cui Lei, del resto, sta gia’ pensando. Chiedere che venga creato un amministratore di sostegno per Sua moglie. E – mi raccomando – che sia una persona di Vostra fiducia, non di fiducia dell’ASL. Anche l’idea di avere l’affidamento della bambina, puo’ essere una giusta misura prudenziale. Deve farlo pero’ senza scompensare la stabilita’, per quanto precaria, che in questo momento manifesta Sua moglie. Guardi che, pur nella disgrazia, siete molto fortunati: che sua moglie accetti la cura e che la cura la stabilizzi, non e’ cosi’ comune. Poi: la consapevolezza del malato e’ importantissima per riuscire a convivere ed a controllare la malattia. Anzi se possibile, la famiglia ne parli con la malata. Abituate sua moglie a confidarsi, a dire come si sente, a considerare la sua malattia una disgrazia che viene pero’ condivisa e che si puo’ dominare. E’ importantissimo. Poi, magari, quando sua moglie e’ in grado di fare una critica della sua situazione, provate a far diminuire un poco, piano piano, la dose di psicofarmaci: per una ragazza giovane non e’ affatto bello sentirsi sovrappeso e sonnolenta.
Questa malattia e’ una delle tante malattie croniche che possiamo avere: come il diabete,come l’artrite reumatoide. Si puo’ andare avanti tranquillamente in una situazione stabile e controllata, oppure la malattia puo’ avere improvvise recrudescenze. Dipende da come e’ la malattia di sua moglie. Se grave o lieve. Ma comunque potrete sicuramente avere momenti di felicita’, alternati a quelli di sconforto, come, del resto, e’ normale in tutte le vite. Ci tenga al corrente. Coraggio. Le siamo vicini con affetto e simpatia.
ldalbuonoAmministratore del forumMio caro,
la situazione, oggi, in Italia, di uno psicotico grave e dei suoi familiari, è estremanente difficile. Anche nel caso della ragazza uccisa nel Trevigiano, la responsabile della psichiatria di zona ha detto papale papale: “Nessuno mi aveva avvisato che era scompensato”. Come se non fosse stato suo elementare dovere informarsi lei direttamente della situazione del suo paziente. Ma la prassi abituale dei CPS è proprio questa: fregarsene di quello che succede al malato e, eventualmente, darne la colpa ai familiari. L’unica possibilità è tempestare la struttura psichiatrica con raccomandate inviate in coppia ai PM, cercando di obbbligarla ad interessarsi al malato. Prassi lunga e difficile, specialmente per una famiglia già tormentata ed avvilita dalla disgrazia che gli è capitata. E che richiede l’intervento di un avvocato. Però è l’unica che abbia possibilità di successo. Chieda peraltro all’avvocato qui del forum: saprà darLe indicazioni più precise. Le faccaio i miei migliori auguri
ldalbuonoAmministratore del forumPer completare quello che dici il Dott.Mauri, esiste la possibilità di cambiare CPS o SPDC, appellamdosi alla Costituzione che dice che il paziente è libero di scegliere la struttura. Però bisogna probabilmente passare da un avvocato e, in questo caso, è l’amministratore di sostegno che deve darsi da fare. La situazione è quella che è e, del resto, i casi di Ardea e di Moriago della Battaglia lo dimostrano.
ldalbuonoAmministratore del forumNelle comunita’ si entra volontariamente e volontariamentes se ne puo’ uscire. Certo lo psichiatra della Comunita’ puo’ chiedere il TSO. Bisogna pero’ vedere se ha voglia di chiederlo. A volte le comunita’ preferiscono lasciar andare via gli ospiti troppo turbolenti e, a quello che mi dice, sua sorella lo e’. Inoltre e’ opportuno -credo – considerare anche l’avvenire del bambino: essere figlio di una psicotica, per giunta non sposata e non compensata, e’ in partenza una condanna che puo’ segnare la vita. Vi suggerirei di pensare fortemente all’adozione o, almeno, all’affido.
29 Marzo 2021 alle 11:31 AM in risposta a: Tabelle invalidita’Decreto ministeriale o Tabelle invalidita’ inps? #2580ldalbuonoAmministratore del forumMi spiace, ma non sono in grado di rispondere ad un quesito cosi’ specifico. Dovrebbe rivogelrsi a qualche CAF. Loro hanno dovrebbero avere esperti del settore
ldalbuonoAmministratore del forumMia cara,
Ti capisco perfettamente e partecipo al Tuo dolore. Due settimane fa e’ morta la mia prima moglie e madre dei miei figli in un subitaneo incidente. Era schizofrenica da tutta una vita e la malattia la aveva lentamente trasformata da bellissima, buona ed intelligente ragazza in una abulica semidemente. Nonostante questo abbiamo provato un dolore atroce, mitigato dalla considerazione che e’ morta di colpo, in maniera invidiabile. La cosidetta morte del giusto. Anche nel suo caso sono sicuro che, se non ci fosse stata la legge Basaglia, avrebbe potuto condurre una esistenza quasi normale e abbastanza felice. Fino a che e’ stata curata sotto la vecchia legge era andata avanti molto bene, continuando il suo lavoro di professoresa di inglese. Appena e’ entrata in vigore la legge, anziche’ ricoverarla periodicamente in cliniche come prima. e’ stata sottoposta alle consuete dosi massicce di psicofarmaci, che la hanno devastata fisicamente e le hanno procurato il consueto rimbambimento. Ma la Tua lettera e’ molto bella e seria: mi permetti di pubblicarla nelle ” testimonianze ” ? Lucio Dal Buono
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 10 mesi fa da ldalbuono.
ldalbuonoAmministratore del forumCaro Roberto,
non aveva impostato il quesito nel posto sbagliato: è più da avvocato che da esperto. L’avvocato peraltro ha avuto problemi familiari. Adesso gli dirò di risponderle. Penso comunque che l’unica soluzione possibile sia il ricovero di suo fratello in una struttura, che il DSM deve individuare e scegliere. Credo -ma è meglio che risponda l’avvocato – che bisognerà, chiedere al giudice che imponga a suo fratello l’allontanamento da sua madre. Abbiamo avuto dei casi in cui il malato, violento, picchiava la madre ed il giudice ne ha decretato il ricovero in una comunità per 2 anni. Rinnovabili. O in alternativa che in una struttura vada sua madre, perchè se suo fratello rifiuta di muoversi, come può immaginare, diventa una cosa lunga e complessa. Auguri comunque e ci tenga al corrente.
ldalbuonoAmministratore del forumPurtroppo la Vs. situazione e’ molto comune: spesso la famiglia rifiuta di prendere atto della realta’ e, per un malinteso senso di vergogna o di difesa del malato, non lo fa mai visitare ne’ gli fa mai iniziare delle cure.
Adesso, a 38 anni, la situazione e’ ovviamente molto piu’ difficile di quando il ragazzo era adolescente o minorenne. Che fare ? Non e’ facile da dirsi. Partiamo dal presupposto di cercare di far avere al malato la miglior possibile qualità di vita. A volte questi malati trovano una accettabile compromesso vivendo in maniera per noi inaccettabile da barboni, in mezzo allo sporco, vagando qua e la’. E allora, forse, e’ meglio lasciargli vivere la loro vita: anche essere sottoposti per tutta la vita all’assunzione di psicofarmaci, non e’affatto bello. Altre volte, specie se il rischio di suicidio o di omicidio diventano concreti, e’ assolutamente necessario sottoporlo a cure. Allora si comincia la trafila: raccomandata al DSM per avvisarlo che c’e’ un malato ed intimargli di provvedere. TSO, ritorno a casa ecc.ecc. Una certezza c’e’: difficilmente il DSM curera’ efficacemente questi malati: per impostare un cura occorrerebbe tenerli sotto osservazione per 3 o 4 mesi in una adatta struttura. Struttura che , in Italia, a causa della 180, non c’e’.
Sta a voi, purtroppo, valutare, se sia necessario o no farlo curare. E’ un scelta difficile. Eventualmente rivolgete lo stesso quesito allo psichiatra, il dott. Mauri. Ma comunque poi sta a voi la decisione.
Auguri.
ldalbuonoAmministratore del forumLe premetto che è meglio che quesiti squisitamente legali li rivolga all’avvocato. Detto questo, teoricamente, il CIM è obbligato a seguire i propri pazienti e può effettuare un TSO. Può anche chiedere che il paziente venga ricoverato coattivamente in qualche comunità per un certo tempo. Il concetto di intendere e di volere poi è molto difficile da stabilire: un malato può ritenere di essere controllato da strumenti elettronici ma, in altri aspetti della sua vita, essere discretamente normale. Io ho avuto alle mie dipendenze un giovane tecnico elettronico, che riteneva di essere spiato da misteriose autorità addirittura con degli elicotteri. Poi, miracolosamente, dopo un anno, è guarito. Non lo ho più seguito e quindi non so se abbia avuto ricadute. Comunque la sua psicosi non gli impediva, almeno in quell’anno, di essere un bravo tecnico.
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