VITTIME DELLA 180
Le testimonianze che mostrano come la 180 sia inefficienza, crudeltà, sfruttamento, superstizione

Vittime della 180

Dimostrare che la legge 180 è dannosa e, spesso, omicida

ldalbuono

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  • in risposta a: Avere una madre malata #616
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Valentina,
    lei ha 27 anni. Cerchi di staccarsi dalla sua famiglia di origine. Io ho vissuto, tanti anni fa, l’ammalarsi di schizofrenia di mio fratello minore. Allora però c’erano gli Ospedali psichiatrici e quindi lui veniva curato (e bene) e noi avevamo qualche mese di respiro. Rimaneva in Ospedale 1 mese o poco più e stava accettabilmente bene per altri 3-4 mesi. Poi non si curava e tornavano i deliri. Nonostante queste pause è stato per me e per l’altro mio fratello una cosa molto pesante.
    E’ una atroce crudeltà far rimanere un malato di quel tipo in famiglia. Distrugge anche tutti gli altri membri familiari.
    A suo padre consiglierei di trovarsi un altro appartamento, una soluzione che gli permetta dei momenti di relax. A Lei consiglio di andare via di casa. Si faccia la sua vita. Lei è responsabile per prima cosa verso se stessa. Ha il diritto ed il dovere di avere una vita decente.

    in risposta a: Gli obblighi dei familiari vs. un malato di mente #604
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Cara Maria Elena,
    io sono stato tutore di due malati. Proprio oggi ho rinunciato al secondo, sia per limiti di età, sia per la difficoltà di parlare – almeno a Milano – con i giudici. Il primo dei miei tutelati, era stato accoltellato in una struttura “riabilitativa” e, ovviamente, ne ha subito un trauma, che ancora oggi si riflette nei suoi sonni, molto agitati. Era uno schizofrenico tardivo: un brillante capovendite della Vorwerk-Folletto, rapito alla vita a 35 anni da una schizofrenia devastante. Il secondo era uno schizofrenico trascurato dalla struttura che, dopo 10 anni di malattia e di calvario, ha ucciso a coltellate ed a martellate la madre. E’ attualmente in OPG.
    A mio parere è necessario affrontare la realtà senza inutili pietismi: ci sono dei casi in cui una tutela è necessaria. L’amministratore di sostegno ha le possibilità che gli da il giudice tutelare nella nomina. Possibilità che possono essere limitanti, specie per quanto riguarda la pressione da fare sui medici.
    Ad ogni modo il mio consiglio è che -amministratore di sostegno o tutore – è un dovere dei genitori affidare il loro figlio ad una figura di questo tipo: è in grado di difendere gli interessi del malato molto meglio di quanto possano fare loro. Ovviamente è importante sceglierne uno che sia in grado di opporsi ai medici ed alla famiglia, se necessario. L’ideale è una persona convinta di dover operare per il bene del malato. A qualsiasi costo.

    in risposta a: info su amministrazione di sostegno #598
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    L’avv. Bonzio gestisce i pareri legali del forum. Quindi vi potete senza problemi rivolgere a lui, qui nello stesso forum. Per avere l’ amministratore di sostegno bisogna avere il parere di uno psichiatra ( anche privato). Temo che quello del medico di base sia un pò troppo debole

    in risposta a: info su amministrazione di sostegno #596
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Dipende da quello che ha stabilito il giudice nella nomina dell’amministratore di sostegno. Il tutore ha piena autorità sull’individuo: è come se la persona avesse meno di 18 anni. L’amministratore di sostegno può averla o no. Comunque sono situazioni delicate: poche comunità accettano malati non consezienti. Però ci sono. Per cui la strada che avete seguito mi sembra fattibile. Per il TSO fate una bella raccomandata allo psichiatra, con copia al PM, in cui dite che lo ritenete responsabile se succede qualche cosa al ragazzo a causa delle sue anticipate dimissioni. Nel survival pack, c’è -mi sembra – anche un fac simile di opposizione alle dimissioni. Per dettagli e informazioni legali c’è sopratutto l’Avv.Bonzio, che può consigliarVi con molto maggiore autorità della mia.

    in risposta a: info su amministrazione di sostegno #594
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Cara Signora,
    intervengo nella discussione per osservazioni di carattere non medico. Intanto non è vero che il TSO duri solo un a settimana: dura una settimana, ma è prassi comune rinnovarlo. Ho visto persone rimaste in TSO anche più di un mese. Dipende dalla buona volontà dello psichiatra. L’amministratore di sostegno è sempre utile farlo: avendo dietro di sè il giudice tutelare ha molto più forza contrattuale dei genitori nei riguardi delle strutture. Peraltro l’accesso ad una comunità è sempre volontario. Il TSO si può fare solo in Ospedale. Se il ragazzo non vuole, neanche l’amministratore di sostegno può farlo entrare in comunità. L’unica via percorribile ( e percorsa) è quella di tenere il ragazzo in TSO fino a che non accetta di andare in comunità. E’ un pò un ricatto ma è l’unico modo che questa stupida legge permetta

    in risposta a: Malato che non si cura: interventi possibili. #590
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Intervengo per appoggiare l’avv. Bonzio: il CPS che non segue il malato grave e violento anche a casa, non fa sicuramente il suo dovere. Bisogna costringerlo a farlo: prima raccomandate, poi esposti e poi denunce. Ma il CPS e l’SPDC devono avere ben chiaro che il non curare quel malato significa esporsi ad un sacco di rogne. E’ l’unica cosa che può farli muovere.
    Credo che -comunque -con 1000 €., l’avvocato faccia al massimo una lettera. Ma qui ne sa ovviamente molto di più l’avv.Bonzio

    in risposta a: Gli obblighi dei familiari vs. un malato di mente #565
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Mi spiace che Tu non possa trovare una rapida risposta nel forum. D’altra parte non riusciamo a capire che tipo di difficoltà possa avere trovato l’avv. Bonzio nel risponderTi, dato che ha risposto ad un’altra lettera, pressochè contemporanea, senza alcuna difficoltà. Ci stiamo lavorando su.

    Cercate comunque di sganciarVi il più possibile dalla situazione. Anche se esiste una qualche norma di legge che obbliga ad eternum i familiari all’assistenza, esistono anche ben più forti norme che obbligano le strutture – che sono state create unicamente per questo – alla stessa assistenza. Responsabilizzate le strutture. Obbligatele a fornire i servizi per cui sono state create.

    in risposta a: Fratello psicotico rifiuta le cure #544
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Il survival pack è un gruppo di documenti, di fac simile di lettere, di consigli che dovebbero servire ai familairi dei malati per fare fronte alle situazioni più gravi. Se va nella prima pagina in alto a destra, lo può facilmente scaicare e vederne anche -prima -l’indice. Tra le lettere del survival pack Vi è quella che si oppone alla fine troppo rapida di un TSO.
    L’amministratore di sostegno può interessarsi anche dei problemi medici del paziente e tenere i contatti con la struttura. Occorre però che il giudice tutelare, che lo nomina, abbia esplicitamente incluso questi poteri tra quelli dell’ADS. Noi consigliamo sempre di far nominare l’ADS. Avendo dietro il giudice tutelare, può meglio difendere gli interessi del malato. Il Vostro caso mi sembra un caso che richieda urgentemente la nomina di un ADS. Un colloquio ogni due mesi è una presa in giro e, se le loro strutture sono piene, possono rivolgersi a quelle di altre regioni, come per parecchi anni ha fatto la Lombardia.

    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Cara Signora,
    in attesa che l’Avv.Bonzio Le risponda, Le do qualche informazione io. E’ probabile, che -come Lei sospetta – sia d’ora in avanti necessario sollecitare CPS e Dipartimento di Salute Mentale perchè si interessino di Suo figlio. A parte il fatto che il Giudice può facilmente disporre un prolungamento della permanenza nella Comunità Protetta. O -meglio ancora – disporre il trasferimento in una struttura più adatta dietro Vostra sollecitazione. Comunque Le suggerisco di prelevare il nostro “Survival Pack”. Le da tutte le informazioni necessarie per affrontare le struttura e le varie emergenze che potranno capitare

    in risposta a: Consiglio per Ricovero #523
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Cara Loredana,
    il suo caso non è sicuramente facile. E purtroppo, è stato affrintato dall’inizio in maniera sbagliata. Per esempio è stato sbagliatissimo che Voi, freschi sposi, siate rimasti nella stessa casa dei suoi suoceri. Comunque Vi suggerisco di :
    – Se la psichiatra del DSM non vuole fare una richiesta di ricovero per 24 ore al giorno in una struttura, niente vieta che Voi vi possiate rivolgere ad uno psichiatra privato, che Vi possa fare -con la necessaria forza – la documentazione da presentare al giudice.
    – Vi suggerisco anche di rivolgervi ad un avvocato che prospetti alla struttura psichiatrica ed al giudice la problematica con maggiore forza rispetto a quanto potete fare Voi. A questo riguardo vorrei mandarVi il nostro “survival pack” fatto apposta per i familiari e che è opportuno Voi facciate vedere anche all’avvocato. Gli avvocati non hanno quasi mai esperienza specifica sulle problematiche della malattia mentale. Ad esempio è sempre imporante fare presente alla struttura che esistono precise sentenze della Cassazione che stabiliscono che la struttura psichiatrica è responsabile del comportamento del malato di mente e non può trincerarsi dietro all’apparente volontà del malato, contraria magari alle necessarie cure ed ai necessari provvedimenti.
    – E’ stato comunque un errore che Suo marito sia diventato l’amministratore di sostegno della propria madre: nei riguardi dei propri cari non si ha mai la lucidità mentale che permette di difenderli efficientemente nei riguardi della struttura e della malattia.
    – E’ opportuno che Voi separiate la Vs. residenza da quella della malata: avete bisogno di poter vivere in maniera decente la Vostra vita, senza che venga schiantata dai problemi di Sua suocera. Quindi cercate di ritagliarVi la possibilità di riprendere, ogni tanto, il fiato
    – Non siate corretti. Fate casino, rompete le scatole anche al Comune. Chiedete aiuto. Se c’è un giornale locale, chiedete il loro appoggio. Esagerate il problema. I parenti tendono quasi sempre a minimizzare. E’ sbagliato.
    Mi mandi un Suo indirizzo mail, in modo da poterle mandare il “survival pack”. E auguri.

    in risposta a: Informazioni per una sorella malata di schizofrenia maniaco ossessiva #516
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Cara Signora pensi che 1 mese fa mi hanno portato in una clinica, dove un individuo mi ha aperto una gamba. Ha segato l’osso sopra e sotto, gli ha infilato dentro due pezzi di metallo ed ha rinchiuso il tutto. Non le dico che piacere. Ma ho sopportato tutto perchè supponevo – dopo – di stare meglio. Si chiama protesi di ginocchio. Se quindi, per far star meglio sua sorella, è necessario prenderla a forza e costringerla ad assumere dei farmaci, non è certo una gran cosa. C’è da dire che al solito la 180 ha peggiorato la situazione. Prima della 180 intervenivano solo i sanitari. Non interveniva la forza pubblica. Oggi c’è l’antipatica presenza dei vigili o dei Carabinieri. Comunque è un fatto che il TSO è sempre traumatico e antipatico e da fare – come le operazioni chirurgiche – solo se è necessario. Ma agli esordi della malattia è purtroppo quasi sempre necessario. Quando il malato si rende conto di essere malato è già sulla via del miglioramento e non avrà più bisogno del TSO. Comunque la prego vivamente di non tentare lei di decidere sul TSO o meno a sua sorella: lasci completamente la responsabilità delle cure a sua sorella alla struttura a ciò preposta, senza voler entrare nelle loro decisioni. Lei si consideri solo una specie di cana da guardia che controlla che sua sorella venga curata con solerzia e venga trattata con la dignità che si deve ad ogni malato. Lo raccomandiamo sempre a tutti: responsabilizzate le strutture!

    in risposta a: Farmaco e cura #508
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Alternative ? Intanto come dice giustamente Mauri, l’aumento di peso è un fenomeno fisico legato solamente a quante calorie si ingurgitano ed a quante si consumano. Nei campi di concentramento di grassi non ve ne erano. Anche sua figlia – cara Signora, ingrassa perchè mangia troppo. Lo psicofarmaco induce maggiore appetito, ma di per sè, non ingrassa affatto.
    Inoltre forse non ha ben chiara l’idea di che razza di drammatico orrore fosse la schizofrenia prima del’avvento degli psicofarmaci e delle terapie alternative d’urto (malarioterapia, elettroschock ed insulinoterapia) che – almeno l’elettroshock – vengono tuttora ampiamente usate in tutto il mondo e che non hanno effetti collaterali. Ma la 180 li ha proibiti. E qui dissento decisamente ancora da lei: la 180 ha distrutto e distrugge ogni prassi scientifica ed ogni ricerca seria ed ha portato nella psichiatria una ventata di superstizioni ideologico-sociali che sono dannosissime, anzi esiziali, sia nel trattamento quotidiano dei malati che nella preparazione dei medici e del personale curante.

    in risposta a: Farmaco e cura #503
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Mauri,
    certo che il problema dell’aumento di peso è un problema non da poco, specie in una giovane psicotica. Possibile che non si riesca ad iniziare contemporaneamente all’assunzione del farmaco una cura dimagrante? Una ragazza di 25 anni che aumenta di 30 kg di peso in poco tempo, ha un drastico peggioramento della sua autostima e della sua qualità di vita.
    Mi rendo d’altra parte conto che il problema ha una serie di sfaccettature non da poco: il ragazzo che si ammala perde spesso gli affetti, il sesso, la scuola. Il cibo (e – purtroppo -spesso il fumo) è l’unica gratificazione che gli rimane dalla vita. Costringerlo a rinunciare anche al cibo non è una impresa da poco e andrebbe accompagnata dalla ricerca di altre gratificazioni. Così come costringerlo o convincerlo a fare l’indispensabile esercizio fisico, che -tra l’altro – può essere importantissimo per il benessere psico-fisico del soggetto. Mi ricordo la fatica mostruosa, quando facevamo le vacanze con i giovani psicotici, che facevo nel convincerli a fare passeggiate, fare esercizi o sport: una pressione continua e spossante (per noi volontari, ovviamente). E qui si innesta anche il problema delle Comunità: se non sono fatte e rette da persone veramente in gamba e motivate, si riducono a semplici dispensatori di farmaci. Cosa che con le stupide idee che la 180 ha portato e con la generale deresponsabilizzazione delle strutture credo che avvenga quasi sempre.

    in risposta a: Consigli #487
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Bah. Io ho sposato una ragazza che poi è diventata schizofrenica. Ma che -come spesso accade – mostrava già a 20 anni preoccupanti problematiche, che – se fossi stato più intelligente e meno stupido – mi avrebbero evitato di sposarla. Dieci e più anni dopo – e dopo avere avuto da lei due figli – mi lamentavo con mio padre di tutti i problemi che, ovviamente, avevo. Mio padre era un sant’uomo: sempre buono, disponibile e gentile e mai diceva parole dure nei riguardi di chicchessia. Quella volta mi rispose duramente, quasi con cattiveria. Mi disse” Io non ho sposato la scema del villaggio e non le ho fatto fare due figli”. Ci rimasi da cani. Ma mio padre aveva ragione. Ero stato un uomo da poco, sposando una donna malata. Ancora più da poco facendole fare due figli. Due poveri diavoli che, senza colpa, avrebbero avuto, per colpa mia, una vita infelice e problematica. E così è stato. E’ una tremenda condanna avere una madre malata. Specie adesso che non ci sono più i manicomo dove almeno, una volta, di tanto in tanto, i malati potevano essere curati e riabilitati, dando- tra l’altro – anche un pò di respiro ai familiari.
    Sua figlia -temo – non le sarà riconoscente di averla fatta nascere. E gliela farà pagare. Come me l’hanno fatta pagare i miei figli. Ed è giusto che sia così.

    in risposta a: Sos #483
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Cara Leonora,
    La situazione di sua madre è tipica di questi trenta anni senza ospedali psichiatrici. Al tempo dei manicomi una malata come sua madre sarebbe stata periodicamenmte ricoverata obbligatoriamente. La permanenza media era -in Lombardia – di un mese e mezzo. In un mese e mezzo si riesce a trovare lo psicofarmaco adatto al paziente, si aspetta che lo stesso faccia effetto (ci impiega almeno 15 giorni) e poi una volta stabilizzato lo si può far rientrare in famiglia. Ovviamente, se poi non si curava, dopo circa 6 mesi aveva altre crisi e la storia si ripeteva. Ma la vita, sia per il malato che per la famiglia, era almeno accettabile.
    Allora si usavano tra l’altro delle efficacissime cure d’urto (l’elettroshock, l’insulinoterapia e la malarioterapia) che non avevano, al contrario dello psicofarmaco, effetti collaterali e che davano a volte risultati quasi miracolosi. Tutto finito. La scienza è stata criminalizzata a beneficio della più stupida superstizione. Quando vi dicono che Basaglia era un grande uomo, ricordatevi sempre che sosteneva che la malattia mentale non esiste e, se esiste. è frutto della società capitalista.
    Comunque veniamo a noi, anzi a Voi. Oggi è impossibile ricoverare per lungo tempo un malato che rifiuta la cura, in quanto può essere ricoverato solo nei reparti di diagnosi e cura degli Ospedali generali, che sono dei ghetti. Gli psichiatri più coscienziosi ricorrono bensì ad un’escamotage: tengono il malato in TSO fino a che, stufo marcio, non accetta di essere ricoverato in una comunità. Però non sempre funziona. Inoltre le comunità non amano ricoverare i malati più turbolenti: scelgono i più tranquilli.
    Certo che la situazione di una famiglia con un malato in casa può diventare impossibile. Una prima osservazione è questa: –
    – La scelta di Tuo padre di rimanere con sua moglie può essere nobile e legittima. Ma non deve rovinare la vita ai figli. Quindi Tu cerca di fare una vita il più possibile normale e lontano dalla malattia. Non sei responsabile della cura di Tua madre. Anche perchè è un compito impossibile che rovinerebbe solo la Tua vita senza migliorare la vita di Tua madre neanche di un filo.
    – Tua madre dovrebbe assolutamente essere interdetta o avere un amministratore di sostegno. L’amministratore di sostegno è in grado, molto meglio dei familiari, di portare avanti i diritti del malato
    – E’ comunque fondamentale pretendere che sia la struttura a cioò preposta e per questo pagata ad interessarsi del malato. Non può essere la famiglia. Quindi responsabilizzate i medici con esposti, denunce, raccomandate. Magari con l’aiuto di un bravo avvocato.

    E infine ricordati che non sei sola. Come Te ci sono migliaia di altre persone. Spesso il malato è un figlio. E allora la cosa è ancora più squassante. Tu almeno sei diventata grande e sei sana. Per non vanificare gli sforzi ed il sacrificio di Tua madre e di Tuo padre, goditi la vita e vivila bene. Almeno Tu. Auguri

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