lux900
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lux900Partecipante
Grazie Avvocato per la risposta e colgo l’invito a porLe domande semplici e chiare (se ci riesco):
1- cosa possono e devono IN CONCRETO fare i genitori quotidianamente minacciati dal figlio maggiorenne che rifiuta di farsi visitare (non c’è, quindi, diagnosi, di malattia mentale che si può, però, ragionevolmente presumere) e si rifiuta di lavorare?
2- gli obblighi previsti dagli artt. 433 e seg. del codice civile, sono solo di tipo patrimoniale (della serie, ti do i soldi e per il resto me ne lavo le mani di te e della tua malattia) oppure no?
lux900PartecipanteCerco di formulare in maniera più sistematica e precisa la mia domanda sperando di avere una risposta dall’Avvocato e utenti del forum.
L’art. 433 del codice civile prevede l’obbligo di mantenimento a carico di alcuni soggetti (coniuge, genitore, ecc.) in favore di chi versi in stato di bisogno e sia impossibilitato a provvedere a se stesso.
Quindi, 2 sono le condizioni (che devono essere entrambe presenti) affinchè scatti l’obbligo:
– lo stato di bisogno
– l’impossibilità a provvedere a se stessiLe domande che pongo, allora, sono le seguenti:
1) se una persona non è oggettivamente in grado di provvedere a se stessa (perchè, ad esempio, psicolabile), dovrebbe, in conseguenza di ciò, percepire un assegno/pensione di invalidità che è, sostanzialmente, lo “stipendio” che lo Stato eroga a chi non è in grado di lavorare. Se queste persone, allora, percepiscono già uno “stipendio” dallo Stato, “stipendio” che dovrebbe loro garantire una vita libera e dignitosa, come fa a configurarsi uno stato di bisogno?
2) in cosa consiste esattamente l’obbligo al mantenimento/alimenti? E’ sufficiente versare alla persona bisognosa un assegno mensile oppure la legge obbliga anche a fare altro? Esempio:
– se una persona non è in grado di cucinare per problemi fisici/mentali, è necessario, materialmente, preparargli i pasti?
– se una persona, per gli stessi motivi di cui sopra, non è in grado di lavarsi, è necessario, materialmente, provvedere alla sua igiene personale?
– se una persona non può essere lasciata sola in casa, è necessario conviverci insieme?3) come viene calcolato l’assegno di mantenimento/alimenti? Sulla base delle possibilità dell’obbligato oppure sulla base delle esigenze del malato?
lux900PartecipanteRipropongo un mio post precedente in attesa di risposta:
Grazie Antony.
Cerco di essere ancora più concreto: se il genitore di una persona maggiorenne con problemi mentali, stanco delle aggressioni verbali, delle minacce, degli insulti, delle costrizioni cui deve sottostare ogni giorno per causa del figlio, se ne va di casa (che lascia come alloggio al figlio), è perseguibile dalla legge?
Ovvero, l’assistenza che un genitore deve garantire per legge al proprio figlio “malato”, comprende anche l’obbligo di fornirgli i pasti quotidiani (perchè il “malato” non sa o non vuole cucinare), di lavarlo, accompagnarlo dal medico, ecc.
Di nuovo grazie.lux900Partecipante@Antony: hai scritto che purtroppo sono perseguibili d’ufficio solo le violenze con prognosi superiore ai 20 giorni.
Ma tu perchè non hai denunciato il tuo familiare per l’aggressione che hai subito?lux900PartecipanteGrazie Antony.
Cerco di essere ancora più concreto: se il genitore di una persona maggiorenne con problemi mentali, stanco delle aggressioni verbali, delle minacce, degli insulti, delle costrizioni cui deve sottostare ogni giorno per causa del figlio, se ne va di casa (che lascia come alloggio al figlio), è perseguibile dalla legge?
Ovvero, l’assistenza che un genitore deve garantire per legge al proprio figlio “malato”, comprende anche l’obbligo di fornirgli i pasti quotidiani (perchè il “malato” non sa o non vuole cucinare), di lavarlo, accompagnarlo dal medico, ecc.
Di nuovo grazie.lux900PartecipanteQuello che io vorrei capire è che cosa si pretende ESATTAMENTE dai familiari di una persona incapace di provvedere a se stessa.
Ovvero (per essere drastici) se io familiare abbandono il “malato” a se stesso lasciandogli, però, un posto dove vivere, posso farlo?
E se no, si pretende allora che il familiare conviva con il “malato” oppure che gli porti di tanto in tanto da mangiare (mettendo a rischio la propria incolumita) o cosa altro?
E una domanda quella che io sto ponendo che ai buonisti (ovvero, quelli che la malattia mentale l’hanno vista solo in televisione) può apparire scandalosa, ma io gradirei una risposta semplice e diretta.
Grazie.lux900PartecipanteRipropongo la domanda: se l’intero nucleo familiare si allontana dal “malato” abbandonandolo da solo al suo destino, si può configurare l’ipotesi di abbandono di incapace?
E se così non fosse, cosa impedisce a tutti i familiari esasperati di agire in tal modo?
L’obbligo di assistenza, significa anche obbligo di convivenza?lux900Partecipantecaro Antony, ti ringrazio ma il timore è che il TSO possa solo peggiorare la situazione.
D’altronde, nel tuo caso la situazione non si è purtroppo risolta.
Il ns. “malato” è aggressivo, urla, è dispotico, rende la vita a tutti impossibile, ma non usa violenza fisica e questa è stata sempre la ns. remora.lux900PartecipanteCiao Antony, ho letto la tua storia che è davvero emblematica dello strazio, come tu scrivi, in cui si trovano i familiari di queste persone.
Ciò che mi stupisce sono le risposte date alla tua richiesta di aiuto.
Ma davvero un familiare di un “malato” deve ridursi a girare nei corridoi del Tribunale delle Tutele cercando di carpire da perfetti sconosciuti quello che deve o non deve fare?!?
E poi, per fare un esposto alla Procura bisogna per forza pagare di tasca propria un avvocato? E chi non ha i mezzi per farlo?
Ma se un “malato” minaccia, usa violenza verbale e/o fisica contro i propri familiari, non sono reati perseguibili d’ufficio?
Per Antony: hai mai pensato di mollare tutto ed allontanarti tu dal “problema”?
Cosa si rischia in questi casi? Di essere denunciati per abbandono di incapace?!?lux900PartecipanteDavvero, non capisco.
E non capisco, in particolare, le risposte dell’Avvocato.
Mi spiego meglio: ma neanche davanti a episodi conclamati di violenza da parte del ‘malato’ è possibile allontanarlo forzatamente e DEFINITIVAMENTE dal resto del nucleo familiare?
Ma davvero una madre è condannata a vivere quotidianamente nel terrore senza che nessuno intervenga?
Ma che razza di paese e questo?lux900PartecipanteIntendevo dire che l’esempio citato da Dal Buono non è proprio edificante perchè alla fine è finito in tragedia a dispetto dei soldi.
Se uno è “malato” poi, dovrebbe avere diritto alle relative provvidenze economiche (pensione, accompagnamento) e allora il bilocale, come scrive Antony, può benissimo affittarselo da solo.
L’altra cosa preoccupante, poi, è che lo stesso Antony (cui sono davvero molto vicino) non è riuscito ancora a risolvere il problema dato che è stato, come lui scrive, recentemente vittima di un’aggressione.
Sembra proprio che non ci sia via d’uscita.
Al diavolo la legge 180lux900PartecipanteL’esempio citato non è proprio edificante perchè alla fine è finito in tragedia a dispetto dei soldi.
Tornando alla mia vicenda, il problema è che abbiamo timore di richiedere il TSO proprio per il terrore che poi, concluso il trattamento obbligatorio, il “malato” venga restituito ai suoi familiari.
E allora, una situazione che adesso è molto, molto complicata, potrebbe diventare drammatica per il rischio di rivalse od altro.
Non sappiamo davvero come muoverci.lux900PartecipanteGrazie per le risposte, ma non capisco.
Perchè avete scritto che se si è ricchi il problema si risolve sempre?
Cosa c’entrano i soldi quando è il “malato” che rifiuta di farsi curare?
Altra questione: il “malato” può decidere di fissare la propria residenza in qualunque luogo. Se questo luogo è la casa dei genitori, non capisco perchè questi siano obbligati ad alloggiarlo anche se il figlio (quarantenne) nega la propria malattia, si rifuta di lavorare e, anzi, assume atteggiamenti dispotici e aggressivi nei loro confronti (non violenza fisica, ma urla, richieste assurde, ecc.)
Se invece il figlio (quarantenne) è incapace di intendere e volere non possono essere certo i genitori adibiti a curarlo e il “malato” andrebbe obbligato in TSO o comunità vita natural durante.
Scusate se insisto ma, lo ripeto, non riesco a capire.lux900PartecipanteGrazie Antony della risposta.
E’ davvero difficile anche su internet trovare informazioni su questo tipo di problematiche e sono capitato su questo sito davvero per caso.
Anche la tua risposta, però, è piena di se e di ma.
Cerco di spiegarmi meglio:
1) il trattamento sanitario obbligatorio, di norma, è molto breve. Se il “malato” (metto tra virgolette perchè una persona aggressiva è per me innanzitutto aggressiva punto) chiede di tornare a casa, i genitori sono obbligati ad accoglierlo oppure possono legittimamente rifiutarsi?
2) se i genitori/parenti si rifiutano di fornirgli alloggio, il “malato” dove viene parcheggiato?
3) in base all’art. 433 c.c. che tu hai menzionato, sarei allora obbligato a fornire assistenza economica a un “malato” che si rifiuta di curarsi, si rifiuta di lavorare e pensa che tutto gli sia dovuto?lux900PartecipanteIo ho un problema analogo a quello di luthor ma non ho ben capito le risposte fornite dagli esperti e gli altri utenti del forum.
Per essere concreti:
1) una volta che il tribunale ha nominato l’amministratore di sostegno, i familiari del malato (genitori, fratelli, ecc.), possono ritenersi esentati da qualsiasi forma di responsabilità nei suoi confronti? Ovvero, possono infischiarsene? (perdonatemi il cinismo, ma siamo stanchi di vivere nella paura).
2) ancora, per essere concreti, una volta nominato l’amministrato di sostegno, chi provvede alle necessità economiche del malato? E dove viene alloggiato? -
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