Riccardo
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RiccardoPartecipante
Grazie,
Ma per far venire un medico della ASL a domicilio,visto che è tenuto a farlo , come devo fare se lui trova scuse….(chiaramente sto parlando di situazioni estreme), un esposto smuove le acque?
RiccardoPartecipanteGrazie.
quando mia cognata fece il quesito del ricovero ad un avvocato esperto in diritto di famiglia la risposta fu, testuali parole:
“La nomina di un tutore presuppone che la Signora non sia capace di intendere e di volere. In tal caso il tutore, con l’autorizzazione del Giudice Tutelare, può adottare le decisioni ritenute più opportune a tutela dell’interdetto”
Tale affermazione non contempla anche il ricovero in struttura?
Grazie
RiccardoPartecipanteGrazie per la risposta,
parlerò con la mamma e la sorella (che già si era informata a riguardo presso un avvocato) della mia compagna della possibilità di affiancare un amministratore di sostegno ed eventualmente saranno loro ad essere i tutori.
Anche l’amministratore di sostegno, così come la richiesta dell’affidamento della figlia, mi pare una scelta abbastanza estrema quindi è un passo che va fatto con i piedi di piombo, per tale motivo penso di farla solo se la mia compagna si rifiutasse di proseguire con le cure o se vi saranno altre ricadute nonostante le cure.
Per ora, considerato che la situazione è stabile e serena (la mia compagna accompagna ogni giorno la figlia alla scuola materna, siamo appena tornati da una vacanza al mare …insomma una vita quasi normale), attendo gli eventi, affidandomi al fatto che, da alcuni studi e articoli che ho letto, nel momento in cui il paziente segue le cure con costanza potrebbe anche non avere mai più ricadute, ma questo sarà solo il tempo a dirlo.
Riguardo l’amministratore di sostegno questo può anche disporre la cura presso una struttura convenzionata con l’asl senza il consenso del tutelato? se si come verrebbe fatto il ricovero (tipo TSO)?
Sul fatto di stare con il fiato sul collo alla ASL lo faremo di sicuro considerato che il medico curante, in maniera scellerata, di fronte alle lamentele della mia compagna aveva già sospeso l’iniezione mensile e le visite senza dare una cura sostitutiva con conseguente ricaduta dopo otto mesi; alle mie perplessità mi aveva detto che c ‘erano il 70% delle probabilità che l’episodio non si riverificasse.
Grazie per la disponibilità
RiccardoPartecipanteBuongiorno,
grazie per la risposta rapida, chiedo scusa se ho scritto più volte.
Le misure dell’affidamento esclusivo e dell’amministratore di sostegno sono drastiche, ma saranno necessarie nel momento in cui lei dovesse rifiutare le cure o se vi fossero ricadute frequenti nonostante le cure, a quel punto si procederebbe; ora l’ultima cosa che ho intenzione di fare è destabilizzare una situazione calma per non parlare dell’idea di allontanare mia figlia dalla madre.
Quello che sta facendo lo psichiatra dell’ASL è trovare il dosaggio minimo dei farmaci dilazionando le iniezioni del DEPOT Xeplion portandole a 50 giorni anziché 1 mese tenendola sotto osservazione mensile, abbinando all’antipsicotico degli antidepressivi (ne ha cambiati già tre aspettando di trovare quello giusto). Chiaramente essendo un dosaggio sperimentale può avere i suoi rischi, il fatto che vi sia un monitoraggio costante mi tranquillizza un po’.
La mia compagna sin ora ha accettato le cure un po’ per la paura di subire un nuovo TSO (sarebbe il terzo) e ricovero in psichiatria, un po’ perché sa che a quel punto si troverebbe senza il mio sostegno e le verrebbe tolta la figlia, un po’ perché si sente meglio senza tutta la confusione che aveva in testa. Lei benché si ricordi molte cose dette e fatte durante gli episodi psicotici (non le racconto ma erano cose davvero folli) non rinnega nulla cerca una giustificazione per tutto, anche se riferendosi a quel periodo dice “quando ero fuori” e frasi del genere.
Riguardo l’amministratore di sostegno vorrei chiedere:
-Quali sono le tempistiche in cui esso viene assegnato?
-Quali requisiti deve avere un malato per avere diritto all’amministratore di sostegno? (la mia compagna ha subito 2 tso)
-Che potere ha l’amministratore di sostegno e quali facoltà verrebbero tolte alla mia compagna?
-Se le ricadute diventassero frequenti può avere l’amministratore facoltà di ricoverare in lunga degenza la signora presso qualche struttura?
-Può essere l’amministratore una soluzione temporanea e revocabile?
Grazie,
Riccardo
RiccardoPartecipantela mia compagna, madre di mia figlia di 4 anni, è stabilizzata da 6 mesi con lo Xeplion in seguito a due episodi psicotici.
Lei lamenta molta sonnolenza ma ragiona e si comporta da persona “normale”, e, in seguito alla perdita del lavoro, sta facendo la madre a tempo pieno sempre aiutata da sua madre, sua sorella, i miei genitori e da me che lavorando sui turni ho sempre mezza giornata libera.
La vita di nostra figlia sta trascorrendo normalmente , è serena, (frequenta l’asilo, ha molti amichetti, va al parco) ed è circondata da tutto l’amore del mondo. La madre stessa, nonostante i suoi problemi di salute, è scrupolosa ed è un ‘ottima madre.
La mia paura è che la mia compagna, seguita dall’ASL, un giorno o l’altro interrompa le cure e non voglia più proseguire con l’iniezione mensile poiché si lamenta sempre degli effetti collaterali e questo porterebbe inevitabilmente ad una ricaduta nel giro di pochi mesi.
Quando è colta da episodio psicotico assolutamente non è più lei, diventa malvagia con tutti, è convita che chi le sta attorno le voglia portare via la figlia, ha idee a dir poco bizzarre riguardo l’alimentazione della bambina….insomma una situazione impossibile da gestire con una bambina di quattro anni e che potrebbe avere epiloghi anche drammatici.
Attualmente la situazione è assolutamente gestita, ma se lei dovesse interrompere le cure e non presentarsi più alla ASL cosa devo fare per salvaguardare l’incolumità di mia figlia? Devo avvertire della situazione i servizi sociali magari insieme al medico che l’ha in cura? Procedere per vie legali e chiedere l’affidamento della bambina? Queste due strade cosa comportano?
Resto in attesa di consigli.
Grazie
RiccardoPartecipanteGrazie per la risposta,
il fatto di somministrare lo Xeplion anziché ogni 28 giorni come indicato, ogni 50 giorni, annulla l’efficacia del farmaco? Non sarebbe meglio mantenere l’intervallo mensile e magari diminuire il dosaggio?
Presuppongo che il medico abbia fatto questa scelta sulla base delle sue esperienze personali e monitorando ogni 15 giorni la mia compagna, non vorrei però che un utilizzo sperimentale del farmaco porti a nuove ricadute.
Grazie
RiccardoPartecipantela mia compagna, e madre di mia figlia, assume Xeplion in seguito a due episodi psicotici avvenuti a distanza di un anno. Tale farmaco, anche se le consente di fare una vita quasi normale, le da molta sonnolenza e la rende apatica (non tutti i giorni sono uguali);;”>Il medico dell’ASL che l’ha in cura ha allungato il tempo tra un’iniezione e l’altra (non più mesile ma di 50 giorni mantenendo lo stesso dosaggio) e comincerà ad associare allo Xeplion un antidepressivo che abbia caratteristiche di rendere il paziente più attivo con il rischio però che possa arrecare agitazione.
Può essere questa una soluzione per contrastare gli affetti collaterali dello Xeplion?
Esistono farmaci non antidepressivi che contrastano la sonnolenza?
Grazie
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