I Neuroni a specchio e la schizofrenia
I Neuroni a specchio e la schizofrenia
Grande scoperta italiana: per la prima volta è stato evidenziato sperimentalmente il malfunzionamento di un cervello schizofrenico. I ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma hanno utilizzato la Risonanza Magnetica Funzionale per osservare in pazienti schizofrenici le risposte a situazioni sociali . La Risonanza Magnetica Funzionale è un particolare tipo di risonanza magnetica che, utilizzando campi magnetici molto forti, permette di vedere in tempo reale le zone cerebrale che si attivano in una determinata circostanza. Sono stati esaminati 22 soggetti normali e 24 pazienti in fase iniziale di schizofrenia. Ai soggetti veniva fatto vedere un video in cui una mano veniva toccata, o accarezzata o schiaffeggiata da un’altra. Dalla risonanza si vedeva che l’area della corteccia premotoria si attivava molto di meno nei pazienti schizofrenici e che più grave era la malattia meno l’area si attivava. Non solo ma l’area cerebrale detta insula posteriore nei soggetti normali si spegne durante l’esperienza tattile altrui. Nei soggetti schizofrenici rimane attiva.
Un’altra importante scoperta italiana era già stata quella dei neuroni specchio: sono neuroni che si attivano al compiere di una determinata azione, sia che questa azione sia fatta da noi che se sia fatta da altri. Si pensa che i neuroni specchio siano la base fondamentale del processo conoscitivo: il cervello per riconoscere una certa azione ha bisogno, per così dire di rifarla in sé stesso. Come fa poi però a distinguere una azione fatta da sé stesso da una azione fatta da un altro? Disattivando l’insula posteriore quando l’azione è esterna. Insula posteriore che negli schizofrenici non si spegne. Lo schizofrenico non è perciò in grado di distinguere le azioni fatte dal mondo esterno da quelle fatte da sé stesso. Ecco come si innesta il sorgere dei deliri e delle allucinazioni.
Naturalmente questa scoperta ha bisogno di molte altre prove e conferme. Apre però la strada alla ricerca su nuovi farmaci che – a questo punto – vanno indirizzati a ristabilire il misterioso funzionamento dell’insula posteriore. Pone le basi per la ricerca delle ovvie basi somatiche della malattia. Ma soprattutto si pone finalmente fine a tutte le ipotesi sociologiche, psicanalitiche, politiche, magiche della malattia mentale riaffermando con potenza il predominio della scienza.
Torniamo finalmente, dopo tanti anni di superstizione, alle parole di Basilio il Grande nel 500 dopo Cristo “Come il folle non vede le cose reali, ma i fantasmi del suo cervello malato”.
Cervello malato. E’ su questo che bisogna ricominciare a lavorare.