Schizophrenia Enigma
Un consorzio internazionale di scienziati, nell’ambito del progetto denominato “Schizophrenia-ENIGMA”, ha ricostruito cosa accade nel cervello degli schizofrenici a livello delle connessioni cerebrali. Lo studio, pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry del gruppo Nature, ha evidenziato modificazioni profonde e molto estese nella materia bianca dei soggetti schizofrenici, la rete di connessioni attraverso la quale i segnali elettrici si trasmettono tra aree diverse del sistema nervoso centrale. Si tratta del più ampio studio del suo genere finora realizzato che ha coinvolto 4322 individui (2359 soggetti sani e 1963 pazienti affetti da schizofrenia) e 29 gruppi di ricerca basati in 14 diverse nazioni di Nord America, Sud Africa, Europa, Asia e Australia.
La materia bianca è costituita da fasci di fibre nervose ricoperte da una sostanza isolante, la mielina. Una tecnica specifica di risonanza magnetica, denominata “imaging da tensore di diffusione” (DTI) permette ottenere una mappa tridimensionale delle connessioni a partire da come le molecole d’acqua contenute nei tessuti diffondono da una regione all’altra. In assenza di strutture allungate, come le fibre nervose, l’acqua tenderebbe a muoversi in maniera isotropa: la presenza e l’entità delle anisotropie permette dunque di identificare e localizzare (attraverso la modellizzazione matematica della diffusione) i “canali” attraverso i quali l’acqua può spostarsi e quindi di risalire alla distribuzione della materia bianca.
Analizzando i dati DTI, gli scienziati hanno osservato come modificazioni profonde coinvolgano tutta la rete di connessioni: in ben 20 regioni su 25 si riscontrano anisotropie molto minori nei soggetti schizofrenici che nei pazienti sani, indice di una distruzione globale dell’infrastruttura connettiva della materia bianca. In particolare, le differenze più notevoli sono nella corona radiante anteriore, il cui funzionamento è legato alla capacita di elaborare informazioni, nel limbo interiore della capsula interna, legato alla funzionalità di memoria episodica, nel corpo calloso.